Meglio una casa a Milano o una laurea? La domanda potrà sembrare strana, ma la risposta che le dà una recente ricerca è che l’investimento più fruttuoso è un titolo di studio terziario. A dirlo sono i dati raccolti da Career Paths, un’azienda che si occupa di costruire percorsi professionali a partire dalla scuola e dall’università, che mostrano come il tasso di rendimento di una laurea surclassi nettamente quello di una appartamento dato in affitto.
I genitori, quindi, se vogliono fare un investimento in favore dei propri figli, farebbero meglio a mettere da parte la mentalità tradizionale – che preferisce il patrimonio – e orientarsi verso “regali” diversi, una laurea o un master, capaci di generare reddito in futuro. Rispetto al mattone, investire in formazione paga molto di più. Una casa a Milano di 200 mq, se data in affitto, dopo un anno frutta in media il 4,2-4,3 per cento, mentre una laurea ha un tasso di rendimento compreso tra il 30 e il 69 per cento. Insomma, non c’è storia.
Per giungere a questa conclusione, Career Paths ha messo a confronto il reddito medio a un anno dalla laurea di un laureato triennale, un laureato magistrale, un laureato in Bocconi e un laureato in un college dell’Ivy League americana, con le spese sostenute (tasse, costo della vita per i fuorisede, libri di testo e materiale didattico) per conseguire il titolo e l’affitto di un appartamento nel capoluogo lombardo con la somma necessaria per acquistarlo.
La laurea triennale (dal costo medio stimato in 6.350 euro annui) è un investimento che rende il 69 per cento, quella magistrale il 53, ma se presa in Bocconi (costo medio 17mila euro annui) si scende al 52, mentre una laurea in uno dei più prestigiosi college americani (costo medio 50mila dollari all’anno) rende il 30 per cento. Un affitto, invece, garantisce un guadagno molto più basso, di poco superiore al 4 per cento, il tutto senza calcolare tasse, tributi e spese varie che gravano sugli immobili.
In un momento nel quale il mattone è in crisi e sui rendimenti di altri tipi di investimento pesa un costo del denaro bassissimo, la formazione sembra essere l’unica spesa davvero remunerativa. Basteranno questi dati a convincere tutti quelli che, considerando il tasso di disoccupazione dei laureati, ritengono che un titolo di studio non paghi?