Come già annunciato nella scorsa estate, Roberto Saviano è stato insignito della laurea honoris causa in giurisprudenza all’ateneo di Genova. Si è svolta nella mattinata di oggi la celebrazione dell’evento congiuntamente all’inaugurazione dell’anno accademico in un ateneo blindato per ovvi motivi di sicurezza.
Tra le motivazioni del riconoscimento, c’è soprattutto “l’importante contributo a difesa del principio di legalità, asse portante delle stato di diritto”, come spiegato dal preside della facoltà di Giurisprudenza, Paolo Comanducci, nel suo intervento seguito poi dalla lectio magistralis dell’autore.
E non è la prima volta per Saviano, l’autore del romanzo d’esordio e best seller “Gomorra”, già laureato in Filosofia presso l’Università di Napoli Federico II, aveva infatti già ricevuto da Dario Fo il massimo riconoscimento ad honorem dall’Accademia di Brera in Comunicazione e Didattica dell’Arte.
Nelle sue parole di ringraziamento Saviano ha poi deciso di dedicare e di rivolgere un pensiero particolare ai magistrati del pool di Milano, nello specifico Bocassini, Sangermano e Forno i quali “stanno vivendo giornate complicate solo per aver fatto il loro mestiere di giustizia”, riferendosi al caso Ruby che coinvolge il Premier in un intrecciato “sexgate”, di cui il pool si sta occupando.
‘Il racconto del potere criminale come affermazione del diritto’, questo il titolo dell’intervento dell’autore, il quale è stato accolto con applausi da tutta la platea di studenti e docenti, che si è poi cimentata in una standing ovation. Saviano ha poi concluso sottolineando che il “compito di un intellettuale in queste ore è quello di dire: non è vero non siamo tutti uguali”, in momenti in cui “l’obiettivo continuo di parte dei media è dimostrare che siamo tutti sporchi e quindi dobbiamo stare tutti zitti”.