La laurea in Giurisprudenza è il percorso di studi per tutti coloro che desiderano intraprendere la carriera di avvocato, notaio o magistrato.
Se avete sempre sognato un futuro nelle aule dei tribunali o vi siete sempre immaginati a indossare la toga, fare arringhe e ascoltare le deposizioni di testimoni e imputati, questa è la scelta universitaria che fa per voi.
Ma è anche il percorso che apre le porte per altre carriere, come quella del consulente del lavoro, e che consente di rivestire numerosi ruoli nella Pubblica amministrazione.
La laurea in Giurisprudenza è una di quelle alle quali in Italia è da sempre associato un grande prestigio e continua a esercitare una forte attrattiva nei confronti degli studenti.
E questo nonostante si tratti di un percorso di studi molto impegnativo e che richiede un notevole impegno mnemonico. A quanto pare, infatti, il fascino della laurea in Legge non è scalfito da questi dettagli.
Tuttavia, proprio per la tipologia di studio che è richiesto per conseguire il titolo, la laurea in Giurisprudenza è maggiormente indicata per chi è dotato di buona memoria e non ha difficoltà a passare quotidianamente molte ore sui libri. È, invece, sconsigliata per chi predilige uno studio che permette di alternare la dimensione teorica e quella applicativa.
Laurea in Giurisprudenza: le tipologie di corsi
Per conseguire una laurea in Giurisprudenza è possibile scegliere tra due percorsi alternativi.
Una volta completate le superiori si può decidere di immatricolarsi a uno dei corsi di laurea magistrali a ciclo unico quinquennali della classe di Giurisprudenza (LMG/01). Oppure si può optare per un percorso di studi triennale della classe di Scienze dei servizi giuridici (L-14).
Nel caso si preferisca la seconda opzione, si può poi proseguire la propria formazione frequentando uno dei corsi di laurea magistrale di durata biennale afferenti alla classe di Scienze giuridiche (LM/SC-GIUR).
Nella scelta occorre considerare che preferire la laurea magistrale a ciclo unico o optare per un percorso del tipo 3+2 (triennale più magistrale biennale) ha delle specifiche conseguenze in merito alle possibilità future di carriera.
La laurea in Giurisprudenza tradizionale, quella cioè che consente l’accesso alle professioni legali, infatti, si può conseguire solo mediante il completamento di un corso della classe magistrale a ciclo unico di Giurisprudenza (LMG/01). Se si desidera diventare avvocato, notaio o magistrato, pertanto, questa è l’unica strada possibile.
Chi volesse diventare consulente del lavoro o consulente legale d’impresa o intraprendere altre carriere nel settore legale che esulano da quelle forensi, potrà indirizzarsi verso il 3+2.
Laurea in Giurisprudenza: cosa si studia
I piani di studio della laurea in Giurisprudenza differiscono a seconda del tipo di percorso.
Mentre quelli della laurea magistrale della classe LMG/01 rimangono per lo più identici in ogni ateneo, quelli del percorso 3+2 possono variare da università a università anche in misura rilevante.
Il corso quinquennale a ciclo unico
I corsi magistrali a ciclo unico della classe di Giurisprudenza (LMG/01) mirano a fornire competenze in tutti i rami del diritto.
Gli esami fondamentali sono quelli di:
- Diritto costituzionale;
- Istituzioni di diritto pubblico;
- Diritto privato;
- Istituzioni di diritto romano.
Queste discipline sono propedeutiche, vale a dire che occorre superare i relativi esami prima di poter sostenere quelli di altre materie.
Tra le principali materie del corso di laurea a ciclo unico ci sono poi discipline quali Diritto commerciale, Diritto del lavoro, Diritto tributario e Diritto civile. Altrettanto importanti sono gli esami di Diritto amministrativo, Diritto penale, Diritto processuale civile e Diritto processuale penale.
I piani didattici della laurea in Giurisprudenza a ciclo unico danno spazio anche allo studio di Diritto internazionale, Diritto dell’Unione Europea, Diritto canonico, Scienza delle finanze ed Economia politica.
Gli studenti acquisiscono così una preparazione completa, che consentirà loro di sviluppare una professionalità versatile.
Il percorso 3+2
Per quanto riguarda il percorso 3+2, invece, i piani di studio sono più interdisciplinari.
La didattica dei corsi di laurea in Giurisprudenza triennale della classe di Scienze dei servizi giuridici (L-14) si concentra sulle discipline giuridiche di base, approfondendo materie quali Diritto romano, Diritto costituzionale e Diritto privato. Tuttavia, dà un rilievo fondamentale soprattutto allo studio di materie giuridiche e non relative al mondo del lavoro e delle imprese o al settore commerciale.
In particolare, si studiano discipline quali:
- Diritto commerciale;
- Diritto dell’economia;
- Medicina legale;
- Medicina del lavoro;
- Economia degli intermediari finanziari;
- Sociologia dei processi economici e del lavoro.
I piani di studio dei corsi di laurea magistrale della classe di Scienze giuridiche (LM/SC-GIUR), invece, affiancano lo studio delle discipline giuridiche a quello di materie socio-istituzionali, economiche e gestionali.
Poiché spesso i percorsi della classe LM/SC-GIUR hanno degli indirizzi altamente specialistici, la variabilità dei piani didattici tra un ateneo e l’altro è molto ampia.
In generale, tuttavia, tra gli esami del ramo giuridico previsti ci sono spesso quelli di Diritto privato, Diritto pubblico, Diritto amministrativo e Diritto del lavoro.
A seconda dell’università che eroga il corso e dell’indirizzo di questo, la formazione degli studenti può comprendere lo studio di una serie di discipline sociali, economiche e gestionali tra cui:
- Scienza politica;
- Psicologia del lavoro e delle organizzazioni;
- Organizzazione aziendale;
- Sociologia dei processi economici e del lavoro;
- Economia aziendale;
- Economia e gestione delle imprese.
Gli sbocchi professionali
Le carriere a cui si ha accesso con la laurea in Giurisprudenza variano a seconda del tipo di titolo conseguito.
Gli sbocchi della laurea a ciclo unico
Con la laurea in Giurisprudenza della classe LMG/01 è possibile accedere all’esercizio delle professioni forensi (avvocato, magistrato) o diventare notaio.
Per diventare avvocato sarà necessario aver prima effettuato il periodo di pratica forense obbligatoria e aver superato l’esame di Stato per conseguire l’abilitazione professionale. Solo allora sarà possibile iscriversi all’albo dell’Ordine degli Avvocati.
Chi dopo la laurea in Giurisprudenza desidera entrare in magistratura, invece, dovrà seguire un percorso differente.
Sarà, infatti necessario frequentare una Scuola di specializzazione per le professioni legali (Sspl), oppure conseguire un dottorato di ricerca in materie giuridiche. In alternativa si possono completare positivamente lo stage presso gli uffici giudiziari o i diciotto mesi di tirocinio professionale presso l’Avvocatura dello Stato, ai sensi dell’art. 73 del D.L. 69/2013.
Solo successivamente alla maturazione di tali requisiti si potrà sostenere il concorso pubblico per la magistratura.
Possono, comunque, accedere al concorso per diventare magistrato anche gli avvocati abilitati e iscritti all’albo professionale.
Anche per diventare notaio occorre superare un concorso pubblico al quale è possibile accedere solo dopo aver effettuato un periodo di diciotto mesi di pratica presso uno studio notarile.
Gli sbocchi delle lauree delle classi L-14 e LM/SC-GIUR
Con la laurea in Giurisprudenza triennale della classe L-14 si potrà trovare impiego all’interno di aziende profit e non-profit.
I laureati potranno anche svolgere la funzione di operatore giudiziario nell’ambito della Pubblica amministrazione.
Inoltre, dopo aver effettuato il periodo obbligatorio di praticantato, potranno sostenere l’esame di Stato per abilitarsi alla professione di consulente del lavoro.
La laurea in Giurisprudenza della classe magistrale biennale LM/SC-GIUR, invece, dà la possibilità di trovare impiego in ambito aziendale o presso enti pubblici e istituzioni nazionali e internazionali. In questi contesti i laureati potranno rivestire funzioni di alta responsabilità, incluse quelle dirigenziali.