Gli studenti Erasmus sono una grande opportunità, non solo per l’arricchimento culturale di una comunità, ma anche sul piano economico. Peccato che l’Italia non riesca a sfruttarla pienamente, o per lo meno non bene come fanno altri paesi, la Spagna in testa. Dalle statistiche relative alle destinazioni preferite dai giovani che prendono parte al famoso programma di mobilità internazionale dell’Unione Europea, infatti, si scopre che il nostro Paese è solo al quinto posto, a causa di molteplici fattori che scoraggiano gli studenti dallo sceglierlo.
Per il 14,4 per cento dei giovani europei che partecipano ogni anno all’Erasmus la scelta della meta ricade sulla Spagna, che accoglie 39.277 nuovi arrivi ogni 12 mesi. Al secondo posto di questa particolare classifica c’è la Germania, che con le sue 30.964 presenze annuali si attesta all’11,3 per cento, seguita dalla Francia, destinazione eletta dal 10,8 per cento (29.621 nuovi arrivi all’anno), e dal Regno Unito, scelto da 27.401 ragazzi. In Italia le presenze di studenti Erasmus sono ogni anno mediamente 20.204, pari al 7,4 per cento del totale.
A pesare sulla performance dell’Italia è una serie di concause, una delle quali è sicuramente l’alto costo della vita, che rende difficile per gli studenti farsi bastare la borsa Erasmus per far fronte alle spese quotidiane. Ma questo di per sé non sarebbe sufficiente a far desistere così tanti giovani dal venire qui da noi, soprattutto considerando che – Spagna a parte – vivere nei paesi maggiormente gettonati non è certamente meno costoso. D’altronde, ammontando in media a circa 270 euro mensili, le borse da sole non riescono praticamente in nessun caso a coprire le spese dei giovani che vanno all’estero, i quali sono costretti a fare ricorso alle risorse familiari.
Andando più in profondità nella questione si scopre, allora, che molti studenti Erasmus sono scoraggiati anche dalle difficoltà legate alla nostra lingua, troppo complessa per poter essere appresa in poco tempo e di cui raramente si ha già una seppur rudimentale conoscenza pregressa. E, se è vero che anche il tedesco è una lingua piuttosto ostica, lo è altrettanto il fatto che in Germania il problema nella maggior parte dei casi è mitigato dal fatto che – a differenza che in Italia – le università offrano molti corsi in lingua inglese, il che li rende enormemente più accessibili per gli stranieri.
Ma cosa comporta esattamente il fatto che il nostro Paese non sia in cima alla lista delle destinazioni preferite dagli studenti Erasmus? La cosa ha ricadute soprattutto dal punto di vista economico, considerando che secondo le stime il programma di mobilità internazionale genera ogni anno in Spagna un indotto pari a 242 milioni all’anno, che da noi si riducono a 147 milioni. Una perdita non di poco conto.