Spazio alle donne nell’università italiana: è rosa il 56% delle nuove matricole, ancora presente però il problema degli abbandoni al primo anno e i fuori corso diminuiti in parte per effetto della riforma del 3+2. È questa la fotografia scattata dall’aggiornamento della pubblicazione “Università e lavoro: orientarsi con la statistica”, reso noto dall’Istat.
I dati dicono che sono più le ragazze dei ragazzi ad iscriversi all’università dopo il diploma di scuola superiore (74% contro 62%): su 100 immatricolati le ragazze sono 56, i ragazzi 44. Le donne preferiscono le facoltà a carattere psicologico e linguistico dove la presenza femminile è di oltre l’80%.
Nel 2007/2008 le nuove matricole sono state poco più di 307 mila, un numero sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (-0,3%). Il 55% degli immatricolati si è iscritto in una sede didattica della stessa provincia di residenza. Studenti poco mobili, dunque, tranne che al Sud, dove il 19,2% dei giovani va a studiare nelle università del Centro-Nord.
Non sempre, comunque, le cose vanno a buon fine: il 17,6% degli immatricolati nel 2006/07 non si è reiscritto nel successivo anno accademico, quasi uno su cinque. Gli abbandoni più consistenti si registrano per i corsi del gruppo geo-biologico (29,6% di iscritti perduti nel passaggio dal primo al secondo anno), scientifico (24,8%) e chimico-farmaceutico (24,7%).
Altra piaga, seppur in diminuzione, quella dei fuori corso: nel 2007 il 63% dei 249.593 laureati (in corsi di laurea triennali, tradizionali e a ciclo unico) ha terminato gli studi non nei tempi previsti. Le cose vanno meglio nei corsi triennali dove si registra una più alta quota di laureati in corso (47,7%) contro il 13,5% di quelli che hanno terminato un corso di laurea lungo.