Nonostante ci siano sempre più persone impegnate in questo settore, l’Istat prevede che la spesa in Ricerca e Sviluppo farà segnare un ulteriore calo nel 2013. Per fortuna, nel frattempo dal Consiglio Europeo arriva il via libera a Horizon 2020, un programma di finanziamenti da 77 miliardi in sette anni: i primi bandi per i fondi verranno lanciati a breve, il prossimo 11 Dicembre.
Una boccata d’ossigeno per l’Italia, che tende a investire sempre meno sul futuro, soprattutto nel Centro-Sud. Tiene, invece, il Nord: stando ai dati Istat aggiornati al 2011 (i più recenti), rispetto all’anno precedente, in quest’area del Paese la spesa in Ricerca e Sviluppo è cresciuta del 2,3 per cento nella zona occidentale e dell’1,9 per cento in quella orientale. Risulta, invece, in flessione nel Centro Italia (-1,4 per cento) e registra una variazione nulla nel Mezzogiorno. Un altro segnale negativo è che diminuisce pure l’incidenza percentuale della spesa in R&S sul prodotto interno lordo (Pil), che scende dall’1,26 per cento del 2010 all’1,25 per cento del 2011.
Secondo le stime dell’Istat, nel 2013 il computo totale degli investimenti in Ricerca e Sviluppo segnerà un calo della spesa del 2,1 per cento nelle istituzioni pubbliche e dello 0,7 per cento nelle imprese, mentre non sono ancora disponibili dati di previsione per l’università. L’istituto di statistica prevede inoltre che dall’analisi dei dati relativi al 2012 alla fine si evidenzierà una variazione della spesa di +0,1 per cento a valori correnti e una flessione dell’1,5 per cento in termine reali, con incrementi negli investimenti delle istituzioni pubbliche (+2,6 per cento) e dell’università (+0,1 per cento), accompagnati da una riduzione delle spese da parte di istituzioni non profit (-6,3 per cento) e perfino imprese (-0,1 per cento). Queste ultime, invece, erano state nel 2011 le uniche a mostrare un aumento della spesa in Ricerca e Sviluppo, facendo segnare un +2,3 per cento.
Sebbene nel 2013 l’Istat preveda un ulteriore calo dei fondi destinati al settore Ricerca e Sviluppo, l’istituto di statistica segnala che nel 2011 il personale impegnato a tempo pieno in attività di ricerca nel nostro Paese risulta pari a 228.094 unità, in aumento dell’1,1 per cento rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio, tale incremento sembra interessare soprattutto le istituzioni pubbliche (+4,3 per cento), le università (+2 per cento) e le imprese (+0,2 per cento), mentre c’è stato un calo nelle istituzioni private non profit (-11,1 per cento).
Sempre i dati Istat mostrano che nel 2011 si è verificato anche un incremento del numero di ricercatori pari al 2,6 per cento rispetto al 2010 (in tutto 106.151 unità). L’aumento è più marcato nelle istituzioni pubbliche (+7,3 per cento) e nelle imprese (+3,9 per cento), più lieve nelle università con +0,8 per cento. Nelle istituzioni private non profit, invece, si è verificata una flessione (-11,1 per cento).