Internazionalizzazione: la ricetta del ministro Profumo per l'università
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“Aprire le università agli studenti stranieri”. Il progetto di Profumo per la crescita del Paese

da | Feb 2012 | News | 2 commenti

Test e corsi in inglese e tempistiche più in linea con quelle dei Paesi più avanzati. Sono solo alcuni degli ingredienti della “ricetta Profumo” per aumentare l’attrattività degli atenei nostrani agli occhi degli studenti stranieri. Un obiettivo strategico per la crescita del Paese, secondo il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo, che di internazionalizzazione del sistema universitario italiano ha parlato ampiamente in una intervista al Sole 24 Ore.
“L’apertura delle università italiane agli studenti stranieri – ha detto il ministro – deve essere un ‘progetto Paese’ che coinvolge molti attori, dall’università all’impresa, e si attua su piani diversi”. È un piano ambizioso e articolato quello messo in campo dal titolare del Miur, che punta ad aumentare il numero di studenti stranieri nelle università italiane. Ma per immatricolare giovani motivati, dalla Gran Bretagna, dalla Germania oppure dagli Stati Uniti occorrerà oliare la macchina accademica e ognuno, sembra voler dire Profumo, dovrà fare la sua parte.
Cambiare le date delle selezioni in modo da incontrare le esigenze degli studenti stranieri potrà essere utile, così come l’attivazione di test di ingresso in lingua inglese accanto ad azioni di comunicazione coordinate su internet e social media, ma anche gli altri ministeri dovranno dare il proprio contributo. A cominciare dallo snellimento dei percorsi burocratici resi impervi da una normativa sull’immigrazione che blocca molti talenti in entrata. Ma l’appello del Ministro è rivolto anche ai rettori, perché è fondamentale che venga ampliata offerta formativa in inglese e che le università si aprano anche a docenti stranieri.
E anche le imprese dovranno fare la propria parte, perché per poter attirare in Italia giovani talenti europei (e non solo) sarà necessario offrire opportunità professionali adeguate. “L’obiettivo – aggiunge infatti Profumo – non è solo statistico, parlo di progetto Paese perché studenti cresciuti in contesti internazionali sono importanti per le imprese sotto un duplice profilo: i laureati stranieri che possono arrivare all’impresa dopo aver assorbito la cultura italiana, e quelli italiani già abituati a un contesto internazionale. Uno sviluppo di questo tipo serve a tutti“.

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2 Commenti
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mah
mah
12 anni fa

facessero laureare prima gli italiani….

Cambridge School
12 anni fa

In inglese si dice ‘smoke and mirrors.’