Si chiama Innovitalia ed è la rete informatica che dal 4 ottobre 2012 consentirà agli scienziati e ai ricercatori italiani nel mondo di incontrarsi virtualmente per collaborare e scambiarsi esperienze. Un modo per arginare il fenomeno della “fuga dei cervelli” che affligge il nostro Paese, a causa del grande numero di brillanti laureati che ogni anno cercano fortuna al di fuori dei confini italiani.
L’iniziativa, ideata dal Ministero degli Esteri e dal MIUR, si affianca ad altri progetti simili esistenti all’estero ma per lo più facenti capo a realtà private o settoriali. La rete di Innovitalia sarà un punto di contatto fra scienziati, ricercatori e università: avrà un forum per lo scambio di idee, una sezione per la condivisione di dati e una per le informazioni utili. La piattaforma sarà accessibile anche mediante app dedicate per tablet e smartphone.
Con Innovitalia il Governo si augura di frenare l’emorragia di talenti che colpisce il nostro Paese: dai 30 a 60mila ogni anno, spesso subito dopo la laurea, escono dai nostri confini per cercare lavoro e tentare la carriera all’estero. Segno di un’istruzione universitaria di qualità elevata cui troppo di rado fanno seguito possibilità lavorative congruenti.
Innovitalia, definitasi “La community degli innovatori italiani nel mondo”, non è il primo tentativo di mantenere e potenziare la rete d’eccellenza di scienziati e ricercatori italiani: nel 2010, infatti, era già stata varata la legge chiamata “Controesodo – Talenti in movimento“, che mirava a motivare le menti italiane al rientro in patria tramite una serie di benefici fiscali.
Recentemente, invece, è stata avviata la campagna “Messaggeri. Importare saperi nelle università del mezzogiorno“, tramite la quale oltre 100 ricercatori italiani che lavorano all’estero trasmetteranno la propria esperienza nelle università del sud Italia, rilanciando così al loro interno best practice di ricerca.
Il progetto Innovitalia non si ferma però alla rete scientifica, bensì comprende altre tre iniziative: una amministrativa, per facilitare l’accesso agli stranieri nel nostro Paese per studio e ricerca; una dedicata alla revisione del sistema normativo delle università e una terza mirata al rafforzamento dei legami tra ricerca e mondo del lavoro, per far sì che anche nel nostro Paese queste due realtà cessino di essere separate per divenire invece complementari.
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