A nulla sono servite petizioni e fotopetizioni da parte degli studenti per scongiurarlo. Oggi parte ufficialmente lo sciopero degli esami della sessione estiva 2018, che nella maggior parte delle università italiane rischia di far saltare uno degli appelli previsti nel periodo compreso tra il 1° giugno e il 31 luglio. La mobilitazione, indetta dal Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, è stata annunciata nel febbraio scorso. La lettera di proclamazione dello sciopero ha raccolto quasi 7mila firme di docenti e ricercatori di 79 tra atenei e istituti di ricerca.
Le adesioni allo sciopero degli esami potrebbero essere intorno alle 15mila
Lo sciopero degli esami appena partito non è il primo. Già nello scorso autunno docenti e ricercatori incrociarono le braccia facendo saltare uno degli appelli previsti nel periodo tra il 28 agosto e il 31 ottobre 2017. La lettera di proclamazione della mobilitazione in quel caso raccolse 5.444 firme, ma a partecipare al blocco degli esami furono nei fatti quasi in 12mila. Considerando che questa volta a firmare il documento sono stati in 6.857, si stima che potrebbero aderire intorno a 15mila docenti e ricercatori.
Le ragioni dello sciopero degli esami della sessione estiva 2018 sono la richiesta dello sblocco definitivo degli scatti stipendiali, dello stanziamento di 80 milioni di euro per il finanziamento di borse di studio e dell’indizione di 6mila concorsi per professori associati, 4mila per ordinari e altri 4mila per ricercatori a tempo determinato (tipo B).
Studenti contrari alla protesta
Lo sciopero degli esami divide il mondo universitario. Fin dalla sua proclamazione, infatti, le associazioni studentesche hanno manifestato il loro dissenso nei confronti della forma di protesta scelta. Che, secondo loro, danneggia soprattutto chi nel sistema rappresenta l’anello più debole della catena, cioè gli studenti. I quali, vedendo sfumare uno degli appelli, rischiano di non riuscire ad accumulare i crediti necessari per poter accedere alle borse di studio.
Per tentare di scongiurare il blocco degli esami LINK-Coordinamento universitario aveva lanciato una petizione online, raccogliendo 46mila firme. L’Unione degli universitari (Udu), invece, aveva chiesto di revocare la mobilitazione con una fotopetizione sui social, accompagnata dall’hashtag #giùlemanidagliappelli. Gli sforzi, però, sembra non siano serviti a nulla.
Per rassicurare gli studenti, tuttavia, il movimento che ha indetto lo sciopero degli esami ha assicurato che saranno tutelati laureandi e studenti Erasmus e che le sedute di laurea si svolgeranno regolarmente. Nel caso in cui nella sessione estiva 2018 fosse previsto un unico appello, se ne svolgerà uno straordinario dopo almeno 14 giorni da quello soppresso.