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Indignati Usa, la polizia sgombera gli attivisti di Occupy Wall Street

da | Nov 2011 | News | 0 commenti

Ai due estremi degli Stati Uniti, nelle città di New York ed Oakland, i manifestanti che fanno parte del movimento #occupywallstreet, nato per protestare contro le politiche adottate per fronteggiare la crisi economica, sono stati sgomberati dai luoghi che occupavano da agenti in tenuta antisommossa per “ragioni igieniche”. 70 persone che avevano opposto resistenza sono state arrestate nella Grande mela, 33 nella città californiana.

Le autorità hanno dunque deciso di ricorrere a un’azione di forza contro gli indignati nei due epicentri della protesta sul territorio nordamericano. I giovani manifestanti, tra cui molti studenti, occupavano da settimane il centro delle due città. Il sindaco di New York Michael Bloomberg, intervenendo dal suo profilo Twitter, assicura però che si tratta di una misura “temporanea”. Gli occupanti dovranno sgomberare “temporaneamente tende e teloni” ma “potranno tornare sul sito una volta pulito”.

Il movimento #occupywallstreet si sta comunque riorganizzando per continuare la propria azione di protesta, e al fine di evitare un nuovo intervento delle autorità. La loro prossima mossa consiste nello spostare gli accampamenti dei manifestanti all’interno dei campus universitari. La grande organizzazione delle strutture degli atenei degli Stati Uniti, dotati di docce, bagni e bar, impedirebbe infatti di ricorrere ai motivi di sicurezza ed igiene per interrompere l’azione del movimento degli indignati.

Le proteste nate negli Stati Uniti sono comunque ormai una realtà globale contro la situazione di crisi economica. Già lo scorso 11 novembre era stata indetta la giornata #occupytheworld, svoltasi anche in Italia al grido #occupiamoiltesoro. Ad essa si è aggiunta anche l’occupazione per tre giorni della facoltà di Medicina dell’università La Sapienza a Roma da parte dell’assemblea degli studenti, che si oppongono alle misure adottate dalla riforma Gelmini per fronteggiare la crisi.

Le azioni di protesta sono destinate a proseguire già il 17 novembre in occasione della Giornata internazionale del diritto allo studio, appuntamento annuale per rivendicare il diritto allo studio e la libertà d’espressione da parte degli studenti.

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