La fortissima domanda di medici in India sta portando il sistema di educazione del Paese ad acquisire un respiro internazionale e ad aprire le porte a studenti e medici da tutto il mondo. Con 330 facoltà di Medicina e 35.200 studenti , il settore dell’educazione medica indiana è uno dei più grandi al mondo. Non a caso, dopo anni di “esportazione”, le istituzione indiane stanno lavorando per agevolare il rientro dei loro cervelli.
“L’educazione medica in India è destinata a crescere. Abbiamo bisogno di creare nuove possibilità, di espandere la nostra base di conoscenze e creare competenze”, ha affermato Ranjit Roy Choudhury, un membro del Medical Council of India (Mci); “Tutti saranno interessati a ottenere una fetta della torta. E anche se abbiamo bisogno di collaborazioni e partnership a livello internazionale, è altrettanto indispensabile riuscire a costruire un solido quadro normativo che garantisca la qualità, che finora è stata la nostra più grande sfida”.
Se in Italia i giovani fanno salti mortali per entrare alla facoltà di Medicina, in India i posti vacanti sono diverse migliaia. È proprio questa la ragione per cui il governo ha consentito agli ospedali privati di entrare nel settore formazione e di aprire sedi all’estero. Insomma, se gli studenti stranieri non vanno a studiare in India, il Paese cerca di attrarli nei college indiani all’estero per poi provare a condurli in India dopo gli studi. Melaka Manipal Medical College, un ateneo privato, ha ricevuto ad esempio l’accredito per aprire una sede in Malesia e le istituzioni indiane stanno cercando di portare college medici nei Paesi Gulf e a Mauritius.
Per rispondere alla carenza di medici, in particolare nelle zone rurali, il ministero della salute vuole aumentare il numero di posti universitari entro i prossimi due anni a 50mila rispetto ai 35.250 attuali, e quelli nelle scuole di specializzazione da 20mila a 25mila. Un’unica preoccupazione attanaglia gli studiosi indiani del settore: “Abbiamo paura che la formazione medica indiana perda in termini di qualità” conclude Choudhury.
Perchè non ne aprono qualcuna in Italia? troverebbero subito tutti gli studenti di cui hanno bisogno.Da noi la gente farebbe salti mortali per poter studiare medicina,basta unire le due domande.
apritene in italia!!!!!!!!!