I profili professionali attualmente più ricercati sono quelli legati al commercio. A dirlo è l’indagine Obiettivo Lavoro sulle professioni più richieste 2015. A seguire, sono molto gettonati i tecnici e gli informatici, mentre i contratti più diffusi sono ancora quelli temporanei e le collaborazioni. Al contempo, nelle imprese è via via calato il numero dei dipendenti e con esso quello dei contratti a tempo indeterminato.
Il Terzo rapporto sul mercato del lavoro della Fondazione Obiettivo Lavoro in collaborazione con il Centro di ricerca interuniversitario per i servizi di pubblica utilità dell’Università di Milano Bicocca e la Fondazione per la Sussidiarietà quest’anno ha esaminato 700mila annunci pubblicati sul web, analizzando anche i mutamenti che stanno interessando il mondo delle imprese.
Il fatto che la maggior parte degli annunci di lavoro riguardi commessi e addetti alla vendita significa che stanno pian piano riprendendo i consumi? Non proprio, stando a quanto dicono gli stessi autori dell’indagine Obiettivo Lavoro sulle professioni più richieste 2015. L’alto numero di annunci, infatti, non riflette un aumento delle posizioni disponibili, bensì testimonia la presenza di un altissimo livello di turnover. Che è figlio della presenza di contratti quasi esclusivamente a tempo. A questo proposito, però, spiegano gli autori del rapporto, la speranza è che “con l’avvento del jobs act e del contratto a tutela crescente, la situazione migliori”.
Il discorso cambia, invece, per i profili tecnici e gli informatici: per disegnatori tecnici, conduttori di macchine utensili, analisti e progettisti di software le posizioni aperte si moltiplicano costantemente, ma sono i candidati a mancare.
Per quanto riguarda le imprese, l’indagine Obiettivo Lavoro sulle professioni più richieste 2015 evidenzia che negli ultimi 15 anni il numero di dipendenti del settore industriale si è ridimensionato continuamente, passando da oltre 5 milioni a solo 4 milioni, con il calo più marcato che ha interessato le piccole e medie imprese (-700mila). In controtendenza, invece, il settore dei servizi che ha fatto segnare una crescita di 140mila unità, la quale non è bastata a controbilanciare la diminuzione del personale delle industrie.
Un altro dato è che ormai il 65 per cento degli occupati italiani lavora nelle piccole imprese, il 14 per cento in quelle tra i 50 e i 250 dipendenti e solo il 21 nelle grandi. Il che è una brutta notizia per i laureati, come ha sottolineato Mario Mezzanzanica dell’Università di Milano Bicocca, uno degli autori dell’indagine Obiettivo Lavoro sulle professioni più richieste 2015, perché nelle realtà aziendali più piccole i laureati hanno più difficoltà a crescere professionalmente.
In generale, infine, indagine Obiettivo Lavoro sulle professioni più richieste 2015 mostra che anche quando conseguono risultati positivi, le imprese non favoriscono l’occupazione e che all’aumento dei fatturati non corrisponde un ampliamento del personale. Se servono nuove figure, si preferisce rivolgersi ai collaboratori esterni.