Studiare in un ateneo lontano dalla propria residenza è un lusso per pochi. Lo conferma l’Indagine Federconsumatori sui fuorisede 2016, che ha stimato un costo medio annuo che supera gli 8mila euro per uno studente che rientra nella seconda fascia di reddito. I fuorisede in Italia sono 600mila e le loro famiglie si trovano a dover sostenere spese ingenti per consentire ai figli di conseguire la laurea in un’università lontano da casa.
L’Indagine Federconsumatori sui fuorisede 2016 ha preso in considerazione il costo della vita per uno studente inserito nella fascia di reddito ISEE che arriva fino a 10mila euro annui, calcolando non solo l’importo delle tasse universitarie, ma anche le uscite relative all’affitto e alle utenze, ai trasporti (sia locali sia le spese per i periodici rientri a casa), ai libri e all’altro materiale didattico.
Per coloro che scelgono una stanza doppia, l’Indagine Federconsumatori sui fuorisede 2016 segnala un esborso annuo medio di 8mila euro, che sale a 9.339,48 euro (facendo segnare un aumento dello 0,45 per cento rispetto al 2014) se lo studente prende in affitto una stanza singola. Ciò significa che le famiglie debbono farsi carico di una spesa mensile che mediamente oscilla tra i 667 e i 778 euro, un impegno non da poco per nuclei il cui reddito non è particolarmente elevato.
Per gli studenti che rientrano nella terza fascia (con ISEE tra i 10mila e i 20mila euro), invece, la spesa annua ammonta a 8.298,89 euro, se optano per la stanza doppia, e 9.638,37 euro (+0,26 per cento rispetto al 2014), se scelgono la singola. L’Indagine Federconsumatori sui fuorisede 2016 rivela che per quanti studiano lontano da casa c’è un surplus di spesa rispetto a chi vive ancora con i genitori che mediamente può arrivare anche a 7.859 euro annui. Chi non si sposta dalla propria residenza, infatti, all’anno spende in media 1.480,15 euro se in seconda fascia e 1.779,04 euro se in terza.
Commentando i dati, l’associazione dei consumatori ha sottolineato che occorre un’inversione di tendenza da parte dello Stato, che deve investire di più nella formazione dei giovani e sostenere in maniera più decisa il diritto allo studio in modo da non pregiudicare le opportunità di coloro che provengono da famiglie con reddito medio-basso.