Tra gli otto e i novemila euro all’anno, più o meno il costo di un’utilitaria: ecco quanto le famiglie spendono per far studiare un figlio lontano da casa. A dirlo è l’indagine Federconsumatori sui fuorisede 2014, che ha calcolato la media dei costi di cui si deve fare carico chi si iscrive a un corso di laurea triennale in una zona diversa da quella di provenienza.
I fuorisede nel nostro Paese sono intorno ai 600mila e si trovano a fare i conti con l’affitto di una stanza, il pagamento delle utenze e dei trasporti, le tasse universitarie, l’acquisto dei libri e di altro materiale didattico, e non solo. Un impegno non da poco, soprattutto per i redditi medi e bassi. Anche perché lo Stato non investe adeguatamente negli strumenti di sostegno al diritto allo studio e c’è una grave carenza di borse e residenze universitarie.
L’indagine Federconsumatori sui fuorisede 2014 evidenzia che chi ha un reddito annuo pari o inferiore ai 10mila euro spende mediamente 9.297,47 euro se sceglie di affittare una stanza singola (con un aggravio del 4,7 per cento rispetto al 2011) e 8.000,75 euro se opta per una doppia (+3,12 per cento sul 2011). Chi, invece, ha un reddito tra i 10 e i 20mila euro annui ne spende 9.613,45 euro se ha una stanza singola (+4,18 per cento rispetto al 2011) e 8.316,73 euro se ha una stanza doppia (+2,59 per cento sul 2011).
I costi, però, non sono uniformi sul territorio nazionale. Secondo i dati dell’indagine Federconsumatori sui fuorisede 2014 c’è uno scarto notevole tra Nord, Centro e Sud, con quest’ultima area del Paese che è quella nella quale si spende di meno (circa il 13 per cento rispetto alla media nazionale). Per frequentare uno degli atenei del Centro, invece, si affronta l’esborso maggiore, con un aumento sulla media nazionale che arriva al 9 per cento.
Alla luce dell’indagine Federconsumatori sui fuorisede 2014, l’associazione sottolinea che “mandare un figlio all’università resta un investimento assai costoso per le famiglie, un impegno quasi insostenibile per i redditi bassi, diventato decisamente gravoso anche per quelli medi”. Il problema è che lo Stato investe troppo poco sui giovani “tagliando le già scarse risorse per le borse di studio e mettendo a disposizione alloggi universitari del tutto inadeguati al numero degli studenti fuori sede”, per questo, conclude Federconsumatori, occorre cambiare rotta sulle politiche a sostegno del diritto allo studio, ma anche “avviare maggiori controlli sui redditi di coloro che percepiscono le borse di studio, spesso senza averne realmente bisogno”.