Perennemente connessi da smartphone o computer e assidui utenti dei social network nel tempo libero, per quanto riguarda lo studio gli universitari italiani non sono ancora del tutto “digitali” e alla tecnologia sembrano preferire la carta. Questo il quadro che emerge dall’indagine “Il futuro è nei libri che leggi. Editori e tecnologie per lo studio universitario”, condotta dall’Associazione italiana editori (Aie) con Crui e Anvur.
L’indagine svolta dall’Aie per misurare quanto siano digitali i nostri universitari ha coinvolto più di 1.500 studenti di età compresa tra i 18 e i 30 anni. E ha scoperto che per la preparazione degli esami gli studenti italiani preferiscono il manuale tradizionale (95 per cento) e gli appunti presi a lezione (89 per cento). Ricorrono anche ai contenuti digitali, dalle dispense del professore (78 per cento) ad approfondimenti disponibili su Internet (68 per cento), dagli e-book (50 per cento) ai materiali che gli editori forniscono sui loro siti (45 per cento). Ma li preferiscono su carta anziché sullo schermo del pc, del tablet o dell’e-book reader: a stampare i contenuti è ben l’81 per cento degli intervistati.
Vari i profili dei nostri universitari tracciati dall’indagine Aie. Dagli onnivori, desiderosi di approfondimento, agli esploratori, che amano personalizzare i propri studi: ciò che li accomuna è la ricerca, tra e-book e Internet, di contenuti ulteriori rispetto a quelli forniti dai manuali e dagli appunti. Fino ai cosiddetti minimalisti, quegli studenti che si preparano su slides e fonti, anche digitali, indicate dal professore. Non per approfondire, ma per superare l’esame col minimo sforzo.
Comune a tutti i nostri universitari sembra essere una certa naturalezza nell’uso di tecnologia e risorse elettroniche. Che però non sostituiscono la carta. Perché? Secondo il responsabile dell’Editoria universitaria Aie Piero Attanasio “in parte, per fattori esterni e di abitudine. Nella maggior parte dei casi, sono i professori a consigliare i testi di carta, e d’altro canto non tutti gli universitari possono permettersi tablet o e-reader“.
Per il presidente del Gruppo accademico professionale Aie, Mirka Giacoletto Papas, un altro motivo sta nel fatto che gli studenti “non trovano un’offerta altrettanto valida in digitale“. Ma gli editori universitari stanno già raccogliendo la sfida: ” le nuove uscite sono sia in e-book che in cartaceo, con approfondimenti ed esercizi online”. I contenuti solo digitali, però, sono ancora pochi. Almeno per ora.