Il percorso di studi adesso si sceglie esclusivamente in base alle opportunità occupazionali che è in grado di offrire. Questo è il cambiamento fotografato dall’Indagine Accenture sulle aspettative lavorative dei laureati 2017, che certifica un’importante inversione di tendenza: i nostri giovani diventano sempre più pragmatici e lungimiranti. Se solo pochi anni fa ci si lasciava guidare per lo più dalle inclinazioni e dalle aspirazioni personali, oggi – complici le difficoltà che caratterizzano il mercato del lavoro italiano – l’87 per cento dei ragazzi valuta le prospettive che i vari indirizzi di studio possono aprire e poi sceglie di conseguenza.
Anche se poi spesso, una volta terminata l’università, debbono scontrarsi con una dura realtà: quella della sottoccupazione. Questo fenomeno interessa il 61 per cento dei laureati 2015/2016, che ritengono il titolo di studio conseguito ininfluente, quando non addirittura superfluo, per il tipo di lavoro che svolgono. Insomma, l’Indagine Accenture sulle aspettative lavorative dei laureati 2017 ci dice che coloro che escono dai nostri atenei hanno un bagaglio di conoscenze specialistiche e competenze approfondite, ma nel loro quotidiano non mettono a frutto né le une né le altre.
I nativi digitali sono a proprio agio con le nuove tecnologie, che dominano perfettamente. Al punto che il 79 per cento di loro privilegia le app come strumenti per cercare lavoro. Peccato che la maggior parte delle selezioni avvengano, però, ancora attraverso i canali tradizionali. L’Indagine Accenture sulle aspettative lavorative dei laureati 2017 mostra, inoltre, che per un’offerta di lavoro si è disposti a fare le valige. La pensa così l’82 per cento degli intervistati. Una percentuale simile – l’83 per cento – ha già dimostrato di essere incline al sacrificio, lavorando e studiando negli anni dell’università, oppure svolgendo stage o periodi di apprendistato prima della laurea. Maturare un’esperienza prima di conseguire l’agognato titolo è vista come una marcia in più, che può fare la differenza al momento della ricerca del primo vero impiego.
I nostri giovani, oltre che pragmatici, sono anche disincantati e non si fanno più molte illusioni. Il 97 per cento di loro si aspetta di fare il proprio ingresso nel mondo del lavoro attraverso un progetto di formazione. Secondo l’Indagine Accenture sulle aspettative lavorative dei laureati 2017, tuttavia, questo non è considerato un fattore negativo dai neolaureati. Al contrario, i giovani pensano che l’apprendimento sul campo sia la chiave della loro crescita professionale e in un datore di lavoro cercano soprattutto questo tipo di arricchimento.