“Nel dialogo con loro – ha dichiarato il Capo dello Stato – ho trovato tratti di ingenuità ma buona fede” riferendosi all’incontro avuto ieri con una delegazione di 10 studenti dei collettivi in protesta che hanno chiesto e ottenuto un incontro al Quirinale, definito successivamente dagli studenti stessi “unico interlocutore”.
Tuttavia, ha proseguito il presidente Giorgio Napolitano, “dobbiamo renderci conto che non è solo il problema di una legge ma è il problema di una generazione”, precisando di aver voluto aprirsi al dialogo proprio per il pacifismo delle proteste condotte nella giornata di ieri, proprio mentre veniva approvata in Senato la riforma dell’università.
Le proteste pacifiche che secondo il capo dello Stato hanno rappresentato la condizione preliminare per un confronto, richiamo in modo urgente il tema dell’ascolto dei giovani, che manifestano chiari segni di disaffezioni nei confronti delle decisioni della politica. “Tutti noi che abbiamo responsabilità nelle istituzioni e nella politica – ha ribadito Napolitano – dobbiamo capire che, al fondo, sono le preoccupazioni di una generazione cui è ormai chiaro, nella percezione di molti, quali incognite presenti per essa il futuro”.
Il confronto con il Quirinale, che ha compiaciuto la comunità universitaria, è stato poi seguito invece da alcuni “No” da parte dei collettivi alla proposta di confronto del Ministro Gelmini. Quella che secondo gli studenti rappresenta ora “una offesa delle democrazia” nelle parole del coordinatore Link Claudio Riccio, è secondo il ministro una occasione di dialogo, e un tentativo di coinvolgere gli studenti e i ricercatori nella predisposizione dei decreti attuativi della riforma, che ha incassato ieri il via libera definitivo verso la promulgazione.
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