Inchiesta sul futuro dell'università: intervista a Diana Armento
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Diana Armento (Sapienza): “Per il futuro dell’università servono risorse, più diritto allo studio e fondi per la ricerca”

da | Feb 2015 | News | 0 commenti

“Pensare di rilanciare l’università italiana e farlo a costo zero è impossibile. Servono investimenti per le strutture, per la didattica, per il reclutamento, la ricerca e l’ampliamento dei servizi”. Questo è il messaggio che Diana Armento, rappresentante degli studenti nel Senato accademico dell’Università “La Sapienza” di Roma ed ex membro dell’esecutivo nazionale di LINK – Coordinamento Universitario, lancia al governo Renzi, che si appresta a mettersi al lavoro per la riforma del sistema accademico italiano.

Quando le si chiede quali siano i tre principali problemi dell’università italiana, Diana Armento risponde con decisione, indicando l’assenza di un sistema efficace ed efficiente di diritto allo studio e welfare studentesco, la mancanza di finanziamenti adeguati e l’incapacità di dare prospettive e garanzie a chi vuole fare ricerca nel nostro Paese.

“Il grande dramma dell’università italiana è quello di essere sempre meno accessibile a chi proviene da famiglie con redditi medio-bassi. L’Italia è l’unico Paese in Europa in cui esiste la figura dell’idoneo non vincitore, ovvero di studenti che, pur avendo tutti i requisiti di reddito e merito per poter accedere a un sostegno economico per gli studi, non ne hanno diritto a causa della mancanza di finanziamenti adeguati”, spiega Diana Armento. Il risultato di tutto questo è che, poiché tutte le spese – tasse, affitto, trasporti, libri – sono a carico dello studente, “se non si ha una famiglia alla spalle in grado di sostenere tutti questi costi, spesso si è costretti a rinunciare allo studio o a lavorare per mantenersi all’università, cosa che causa enormi ritardi e complicazioni nella propria carriera accademica”.

Per far fronte alla carenza di risorse, nella maggior parte dei casi gli atenei hanno fatto ricorso all’innalzamento delle tasse e ai tagli di numerosi dei capitoli di spesa. E i tagli hanno avuto ricadute enormi sulla qualità dei servizi e della didattica, comportando “strutture fatiscenti, biblioteche che hanno ridotto drasticamente i loro orari di apertura, impossibilità di aprire nuovi corsi di laurea o di potenziare quelli esistenti e così via”, sottolinea Diana Armento, che aggiunge alla lista dei problemi anche “il blocco del turn-over, che spesso ha causato l’accorpamento di più canali e il conseguente sovraffollamento delle lezioni, una riduzione dell’offerta formativa e l’incapacità degli atenei di sostenere e ampliare i servizi esistenti”.

L’impatto della contrazione dei finanziamenti si è sentito anche nel settore della ricerca, causando fenomeni come la ben nota “fuga dei cervelli”, contro la quale – prosegue Diana Armento – tutti i governi si sono pronunciati, “ma nessuno ha mai provato a risolvere concretamente la questione”, alla cui base “c’è evidentemente un problema di mancanza di finanziamenti, reso ancora più grave dall’attuale sistema di reclutamento e dall’esistenza di una serie di forme contrattuali atipiche che gli atenei continuano ad utilizzare”.

Ma quali sono gli interventi più urgenti da adottare per il futuro dell’università? Secondo Diana Armento occorrono un piano straordinario per il diritto allo studio, che preveda la copertura totale delle borse di studio e “che stabilisca parametri uguali su tutto il territorio nazionale”, perché oggi è materia di competenza regionale e si assiste a “una vera e propria territorializzazione dei diritti, per cui uno studente iscritto in Campania o in Calabria con lo stesso reddito di uno studente iscritto in Toscana o in Emilia spesso non riesce a prendere una borsa di studio o a vedersi assegnato il posto alloggio, a cui invece l’altro può accedere con tranquillità”.

Per fare questo, Diana Armento è consapevole che servirebbero nuovi finanziamenti, che – sottolinea la rappresentante – dovrebbero essere “sganciati da qualsiasi meccanismo di valutazione o ragionamento premiale e punitivo, che negli ultimi anni ha condannato decine di atenei a una situazione da cui è difficile rialzarsi”. Questo significa che occorre ignorare la meritocrazia? No, piuttosto occorrerebbe ripensarla. Perché, se è vero che “esistono università che funzionano meglio e università che funzionano peggio, […] non è togliendo i finanziamenti alle seconde che si migliora la loro condizione. Così facendo, gli unici colpiti sono stati gli studenti e i ricercatori afferenti a quelli atenei”. La Armento boccia radicalmente l’attuale sistema di valutazione che, dice, “sta distruggendo la didattica e la ricerca dei nostri atenei”, assestando “l’ultimo pesantissimo colpo alle università pubbliche”.

In vista della preannunciata riforma dell’università non si può, infine, eludere uno dei temi più dibattuti, quello del numero chiuso. Dopo il balletto test sì-test no iniziato nella scorsa primavera con l’annuncio del ministro Giannini che le prove di ammissione sarebbero state abbandonate già nel 2015, per quest’anno tutto si è concluso in un  nulla di fatto, ma la questione resta sul tappeto. In merito Diana Armento ha le idee molto chiare: anche il numero programmato – ormai esteso a oltre il 57 per cento dei corsi di laurea – è frutto della carenza di risorse e strutture e del blocco del turn-over. Questo, ovviamente, fatti salvi quei corsi per i quali la programmazione è imposta dalle normative europee.

Anche in quest’ultimo caso, tuttavia, il test d’ammissione è per la Armento il peggiore dei metodi di selezione. Il test, spiega, è “uno strumento profondamente inutile e ingiusto” e la selezione dovrebbe “avvenire in un secondo momento e non all’ingresso, dopo aver dato a ciascuno la possibilità di confrontarsi con le materie del proprio corso di laurea e dopo aver garantito a tutti la possibilità di frequentare le lezioni di base per poter recuperare eventuali lacune accumulate durante le scuole superiori”. Insomma, qualcosa di assai simile al “modello francese” che piace tanto anche al ministro Giannini.

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