Dal 24 febbraio ci sarà un nuovo appuntamento settimanale da segnare sul calendario: Universita.it lancia un’inchiesta sul futuro dell’università. Si parla sempre più insistentemente di una imminente riforma del settore e, in vista degli annunciati provvedimenti del governo, abbiamo deciso di dare la parola a chi vive quotidianamente negli atenei. Saranno i rappresentanti degli studenti a raccontarci di volta in volta quali sono i problemi del sistema e quali gli interventi più urgenti da adottare.
L’intento della nostra inchiesta sul futuro dell’università è partecipare al dibattito che sicuramente si accenderà sul tema, fornendo spunti di riflessione e dando rilievo alla voce di alcuni degli attori principali del mondo accademico, gli studenti.
Ogni martedì un rappresentante degli studenti nel Senato accademico di un ateneo ci spiegherà quali sono i tre problemi principali del sistema, approfondendone le cause e le conseguenze. Ma l’inchiesta sul futuro dell’università non sarà solo l’ennesima denuncia dei mali del mondo accademico e non si limiterà a puntare il dito su quello che non va: i rappresentanti ci diranno anche quali sono gli interventi necessari per risolvere quei problemi. Perché la prospettiva del popolo che ogni giorno anima le aule e i corridoi universitari può essere molto diversa da quella di chi il sistema lo guarda dall’alto e altrettanto diverse possono essere le priorità che ciascuno si dà.
Nell’ambito dell’inchiesta sul futuro dell’università, i rappresentanti degli studenti si esprimeranno anche su uno dei temi più discussi da quasi un anno a questa parte, quello dell’abolizione o meno dei test di ammissione e della possibile adozione del cosiddetto “modello francese”, annunciata già per il 2015 e poi rimandata a data da destinarsi per difficoltà organizzative. I rappresentanti si pronunceranno pro o contro la proposta lanciata la scorsa primavera dal ministro Giannini, o magari suggeriranno altre possibili alternative.
L’ispirazione per l’inchiesta sul futuro dell’università ci è venuta dalla consultazione online lanciata dal governo Renzi in vista de “La Buona Scuola”, il piano per riformare l’istruzione primaria e secondaria. Convinti dell’importanza di dare risalto a una pluralità di voci ed opinioni, da domani contribuiremo ad allargare gli spazi di discussione democratica con l’ambizione di fornire un servizio non solo alla comunità studentesca, ma a tutto il Paese.
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