Sindacati e associazioni del mondo accademico replicano alle rassicurazioni del ministro Gelmini sui “lavori in corso” per la piena attuazione della riforma dell’università. Mentre la titolare dell’Istruzione, Università e Ricerca annunciava lo stanziamento dei fondi entro luglio e l’imminente approvazione dei decreti e regolamenti attuativi, circa venti sigle del settore della conoscenza esprimevano preoccupazione, in particolare per il ritardo della fase attuativa e “la paralisi di diversi aspetti delle attività universitarie”.
I rappresentanti dei docenti, dei ricercatori e degli studenti lamentano anche la modalità con cui nella gran parte degli atenei italiani si sa giungendo all’approvazione dei nuovi statuti, che in base alla riforma Gelmini deve avvenire entro il prossimo 29 luglio. Le commissioni statuto, spiega la nota, sono espressione dell’establishment delle università e la loro autonomia di manovra ne risente.
Insomma, poche innovazioni e scarsa applicazione “dei principi di partecipazione democratica”, è la critica di Adi, Adu, And, Andu, Apu, Cisal-Università, Cisl-Università, Confsal-Snals- Cisapuni, Conpass, Cpu, Flc-Cgil, Link, Rete29Aprile, Sun, Udu, Ugl-Università, Uilpa-Ur, Usb-Pubblico impiego.
Critiche alle parole pronunciate da Gelmini in conferenza stampa giungono anche dall’opposizione in Parlamento. Per Antonio Rusconi, capogruppo del Pd in Commissione Istruzione a Palazzo Madama, il ministro dice che gli assegni di ricerca saranno più cospicui ma non dice che diminuiranno rispetto agi anni scorsi.
Il senatore richiama poi l’attenzione sulle parole del presidente della Crui, Marco Mancini, che ha definito la situazione della dotazione finanziaria dell’università per il 2012 “inaccettabile”. Mancini ha infatti spiegato che la riduzione del 5 per cento del Fondo di finanziamento ordinario porterebbe i fondi disponibili al di sotto delle “spese fisse sostenute per l’esercizio finanziario di riferimento”.
A Rusconi fa eco il responsabile Università del Partito democratico, Marco Meloni, che accusa il governo di aver tagliato i fondi per il 2012 e di aver congelato i concorsi dal suo insediamento. Meloni ricorda che in aprile il ministro aveva annunciato la piena operatività della riforma entro luglio e ora “ci ha spiegato che sarà pienamente operativa entro ottobre. A questo punto si può facilmente prevedere che ad ottobre ci verrà a raccontare che sarà pienamente operativa per il prossimo gennaio, e così via”.