C’è un vero e proprio giallo dietro la norma contenuta nel decreto denominato “Investment compact”, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri, che prevede la privatizzazione dei brevetti universitari. A scoprirne la presenza è stato Maurizio Sobrero, candidato rettore dell’Università degli Studi di Bologna, che ha denunciato il fatto in un post sul proprio blog.
La norma, secondo quanto scritto dal professor Sobrero, prevederebbe che d’ora in poi tutti i brevetti universitari e quelli degli enti di ricerca “passino sotto la gestione dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, una fondazione privata costituita nel 2003 con apposita legge per far partire un nuovo centro di ricerca”. A lasciare perplesso il candidato rettore dekll’Alma Mater sono essenzialmente due aspetti. Il primo è l’impossibilità di capire quale sia il fine ultimo di questa norma, considerando che, tra l’altro, uno degli obiettivi dei suoi sarebbe la creazione di una banca dati dei brevetti universitari, che peraltro esiste già presso il ministero dello Sviluppo economico e che può essere consultata liberamente online.
Il secondo punto critico è il fatto che la norma sia stata introdotta in un provvedimento che non riguarda il mondo dell’università o della ricerca e che nessuno voglia assumersene la paternità, un po’ come è successo nella vicenda – che tante polemiche ha suscitato – dell’articolo 19 bis inserito nel decreto di attuazione della delega fiscale. Anzi, apparentemente essa non piace a nessuno, né al MIUR, che aveva già espresso parere negativo, né al Partito Democratico. E anche all’Iit di Genova dichiarano di non aver saputo nulla della cosa finché non è scoppiato il caso.
Nel suo post, Sobrero si chiede perché si debbano “sempre mettere le Università e la ricerca sotto tutela? Non basta far fare il suo lavoro all’Iit con le molte risorse che fino ad ora sono state lì concentrate? Dovremo dargliene altre anche per occuparsi di questo? Che bisogno c’è di creare un altro carrozzone centralistico e burocratizzare ciò che invece ha bisogno di semplicità e apertura?”.
La modifica del provvedimento che vuole privatizzare i brevetti universitari è ancora possibile, visto che il testo deve passare l’esame del Parlamento. A leggere le reazioni di Manuela Ghizzoni e Francesca Puglisi del PD sembra proprio che la norma verrà stralciata prima che il decreto sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Capire, invece, chi l’abbia inserita nel decreto non sarà altrettanto facile.