Ѐ la legge Gelmini, la 240 del 2010, a contemplare la possibilità di proroga dell’incarico di rettore, allo scopo di mantenere un elemento di continuità con la gestione preriforma. A dichiararlo è Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in risposta al caos che si è recentemente creato attorno alla questione. In molte università, infatti, l’elezione del proprio “capo” rischia di slittare di un anno, proprio in base all’interpretazione di un comma della riforma che porta il nome del precedente ministro.
In una fase di grande transizione come questa, in cui negli atenei si sta attuando la riforma prevista dalla legge Gelmini, tale proroga si spiegherebbe con l’esigenza di trovare nell’elezione del rettore l’elemento di continuità’ con i vecchi statuti, che adesso saranno sostituiti dai nuovi. Profumo ha spiegato che affinché questi diventino operativi “e quindi si avvii il processo verso la nuova modalità di gestione, la legge prevede che ci sia un anno”.
Il chiarimento del ministro è giunto a margine di un incontro che si è svolto a L’Aquila, dove (ma ci sono tanti altri casi in Italia) le elezioni del rettore rischiano di saltare, tanto che una interrogazione a risposta immediata alla Camera da parte della parlamentare Udc Paola Binetti ha chiesto al governo di dirimere la questione.
Il nuovo statuto che ciascun ateneo ha adottato in applicazione della legge Gelmini risulta vigente al momento della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, ma solo una volta che sia stato valutato positivamente dal ministero dell’Università, e questo ha implicato talvolta un iter molto travagliato. Profumo spiega che c’erano due scadenze, la prima era il 29 di luglio 2011, la seconda era a 180 giorni dopo e cioè il 29 di ottobre scorso, per poterlo presentare, dopodiché il ministero aveva quattro mesi per valutarlo. Solo che la faccenda si è fatta più complicata nei casi in cui “è stato necessario che le università facessero alcune revisioni sullo statuto”. Così alcuni atenei sono andati in tilt.
Profumo ha poi ricordato come alcuni rettori, pur essendo nelle condizioni di poterne approfittare, abbiano deciso di “rinunciare all’ulteriore proroga di un anno”. All’interrogazione parlamentare ha invece risposto, nell’aula di Montecitorio, il ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda, il quale ha ribadito che le proroghe dei mandati di rettori decise in questi giorni in alcuni atenei “sono in linea con quanto previsto dalla riforma” e che “risponde a una corretta applicazione della norma ritenere che nel caso l’adozione definitiva dello statuto è deliberata nel corso dell’anno accademico 2011-12, il mandato del rettore andrà a scadenza alla fine dell’anno accademico 2012-13”.
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