I neoministri “prof” salutano i loro atenei. E anche gli altri lasciano (almeno in parte) le precedenti poltrone per dedicarsi ai rispettivi incarichi di governo. Durante gli ultimi giorni il presidente del consiglio Monti e i ministri Profumo, Severino, Ornaghi e Giarda hanno detto addio (o arrivederci) a gran parte dei loro incarichi precedenti.
Il professor Mario Monti, su sua richiesta, è stato sospeso dalle funzioni di presidente della Bocconi per l’intera durata del suo mandato di presidente del consiglio dei ministri. Monti ha anche chiesto di essere sospeso dalla funzione di consigliere dell’Istituto Javotte Bocconi Manca di Villahermosa – Associazione amici della Bocconi, e ha lasciato tutti gli incarichi da consulente di Goldman Sachs, presidente europea della Trilaterale e nel comitato direttivo Bildelberg. Le funzioni di presidente della Bocconi, mentre Monti è sospeso, vengono assunte dal vicepresidente, il professor Luigi Guatri.
Il rettore della Cattolica e neoministro ai Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, va invece in aspettativa ma non lascia l’incarico. I poteri passano adesso, in via temporanea, al prorettore vicario Franco Anelli, professore ordinario di Diritto civile alla facoltà di Giurisprudenza. Nel frattempo Ornaghi non percepirà né lo stipendio da professore né l’indennità di rettore.
A differenza di Ornaghi il neoministro all’istruzione Francesco Profumo è stato costretto, in base alle regole dello statuto del Politecnico di Torino, ad abbandonare la poltrona di rettore. Profumo lascia anche la presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), assunta lo scorso agosto, e si è dimesso da membro indipendente del consiglio di amministrazione di Telecom Italia.
Con commozione ha lasciato il suo posto di docente alla Luiss il guardasigilli Paola Severino che ha salutato emozionata i suoi studenti: “La Luiss è un’università dove sono cresciuta fino a diventare ministro della giustizia” ha detto, aggiungendo poi parole di apprezzamento per la magistratura. Sul suo futuro, il ministro ha ricordato la “scadenza” a tempo del governo Monti aggiungendo: “Io mi sento pronta a ritornare, anche a ritornare da voi”.
Infine Dino Piero Giarda, docente a contratto alla Cattolica e ora ministro per i Rapporti con il Parlamento, si è dimesso da consigliere di sorveglianza del Banco Popolare.