Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Sannio
Via Calandra, 4 – 82100 BENEVENTO
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La Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Sannio è sorta nel 1990 nell’ambito della costituzione della sede gemmata di Benevento dell’Università degli Studi di Salerno. In seguito alla riorganizzazione recentemente operata dall’ateneo, la facoltà ha mantenuto in essere il solo corso di laurea a ciclo unico in Giurisprudenza, mentre in passato offriva anche corsi di laurea in scienze statistiche e in scienze politiche, ora inseriti in altre facoltà.
Il percorso proposto dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Sannio è rivolto alla formazione di futuri magistrati, avvocati, notai o esperti di diritto nel settore pubblico e privato. Oltre ai tradizionali sbocchi nel settore delle professioni legali, i laureati potranno operare con funzioni di elevata responsabilità anche in ambito politico e istituzionale, nella pubblica amministrazione, all’interno di imprese e sindacati, in organizzazioni internazionali ed organismi comunitari.
Tra le strutture a disposizione degli studenti sono presenti laboratori informatici e una biblioteca con oltre 29.000 titoli tra libri e periodici. Presso la facoltà è attiva anche la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, con accesso a numero chiuso.
L’offerta formativa magistrale a ciclo unico della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Sannio
- Giurisprudenza
Sito web della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Sannio
Salve, sono un avvocato dell’Ordine degli avvocati di Benevento. Penso che il punto debole della formazione universitaria, e non mi riferisco solo a quella proposta dalla Università degli Studi del Sannio, sia la scarsa capacità di creare collegamenti con il mondo del lavoro nel quale i futuri laureati andranno ad operare. A tal fine ritengo sia sufficiente creare una rete di professionisti che mettano a disposizione i propri studi (legali, notarili), per consentire al laureando di orientarsi in maniera più consapevole nelle scelte future. Ovviamente il professionista che apre il proprio studio allo studente deve farsi carico di garantire allo stesso una percorso formativo concentrato anche in pochi mesi di frequentazione ma efficace e certificato, che tocchi aspetti pratici della professione. Faccio un esempio concreto legato al mio settore: far percepire in maniera concreta la differenza tra l’avvocato penalista e quello civilista o l’amministrativista mediante la frequentazione dei diversi tribunali, ma anche mediante la redazione degli atti tipici del settore scelto, far svolgere allo studente le attività tipiche di uno studio legale, dallo studio di una questione giuridica al ricevimento di un cliente fino alla redazione di un fattura costituiscono elementi di giudizio utili per potersi orientare nelle scelte da porre in essere subito dopo il percorso universitario. Se manca questo raccordo tra il mondo universitario e quello lavorativo manca un aspetto formativo concreto nel percorso dello studente che come accade sempre in Italia, nelle facoltà umanistiche, è completamente all’oscuro degli aspetti pratici della professione per la quale pure sta studiando. Agli operatori del settore spetta di colmare questo vuoto. Cosa guadagna uno studio legale ad aprirsi a persone non formate? La possibilità di farsi preferire ad altri studi concorrenti dal praticante avvocato che chieda di seguire o di proseguire il percorso formativo forense unitamente alla possibilità per il professionista stesso di interagire con il mondo universitario arricchendo la propria cultura giuridica con una nuova esperienza.