No quindi a crediti facili maturati in esperienze poco chiare al di fuori dell’università: nell’articolo 6 del ddl gli atenei non potranno concedere più di 12 punti, ovvero quelli che generalmente si guadagnano con due esami fondamentali.
Il riconoscimento dei crediti inoltre, secondo la Riforma dell’Università, dovrà “essere effettuato esclusivamente sulla base delle competenze dimostrate da ciascuno studente”.
No quindi a forme collettive di riconoscimento. Questa decisione è stata presa in extremis dal ministro Gelmini forse proprio in relazione allo scandalo dei tesserati Uil all’università Parthenope di Napoli dove chi aderiva al sindacato otteneva automaticamente 60 punti