Ridurre la durata delle scuole superiori a 4 anni? La riforma della scuola secondaria di secondo grado che aveva proposto il suo predecessore, Maria Chiara Carrozza, pare non dispiacere nemmeno all’attuale ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Che in un’intervista radiofonica parla anche di bonus maturità e dell’eliminazione di alcune materie dai piani didattici, rivendicando inoltre la parità di diritti tra la scuola statale e quella privata.
La durata quadriennale – invece che quinquennale, come è attualmente in Italia – delle superiori è un modello che viene adottato anche in altri Paesi. In merito all’idea, già avanzata dalla Carrozza, di abbreviare di un anno il percorso scolastico, Stefania Giannini ha spiegato di non avere “nulla di pregiudizialmente in contrario”. Si avvicina dunque una riduzione a 4 anni delle superiori? Troppo presto per dirlo: “devo personalmente approfondire”, ha frenato il ministro. Ma la porta rimane aperta.
Più che aperta è anche la porta relativa al bonus maturità, che la Giannini definisce “un tema delicato”, ma che potrebbe tornare in vigore, per dare valore alla carriera scolastica degli studenti nelle selezioni per l’accesso all’università. Certo è che, dopo la travagliata vicenda dell’anno scorso – col bonus prima introdotto e poi eliminato dal MIUR a test di ammissione già in corso, e l’ulteriore dietrofront con l’ammissione in soprannumero degli esclusi – la questione non è delle più semplici. Il ministro Giannini ha in proposito sottolineato che il bonus maturità è “un capitolo da ripensare con attenzione”. Perché, se è vero che si tratta di un numero, frutto di un calcolo preciso, “è anche vero che nel nostro Paese lo stesso numero non è equiparabile in tutte le sue parti”.
Altro tema caldo del periodo è l’eliminazione dalla scuola dello studio di alcune materie, filosofia e storia dell’arte su tutte. Un taglio che vede il ministro Giannini in forte disaccordo. E, se la posizione è chiara, resta solo da vedere come agire fattivamente. Dopo aver discusso di superiori di 4 anni, bonus maturità e materie da tagliare o mantenere, il ministro ha concluso con una battuta sulla necessità di concedere uguali diritti alla scuola statale e a quella paritaria. Nel rispetto di quella “libertà di scelta educativa che è un principio europeo, di grande civiltà”.