Quello che chiede Gelmini è un taglio ancora maggiore, non basta infatti contrarre le facoltà, è necessario anche eliminare i corsi “inutili”.
La lettera, dal titolo “Ulteriori interventi per la razionalizzazione e qualificazione dell’offerta formativa nella prospettiva dell’accreditamento dei corsi di studio” spiega infatti che l’attuazione della Riforma (il cosiddetto 3+2) non ha prodotto “i risultati attesi”.
Gelmini parla con dati alla mano: gli studenti che si iscrivono all’Università sono in calo, gli abbandoni tra primo e secondo anno restano alti e gli studenti si muovono troppo poco. Di contro a questa situazione però, rileva Gelmini “sono fortemente aumentate le dimensioni dell’offerta formativa”.
Occorre quindi, per il ministro, che l’Università italiana si metta “a dieta”: nell’anno accademico 2009/2010 saranno attivati 4.842 corsi, il 13,33% in meno rispetto al 2008. Ma non basta, questa è “una prima diminuzione – sottolinea il ministro – ma questo processo va incentivato e accelerato“.
Con la riforma infatti, fa notare Gelmini “i corsi erano cresciuti del 32% rispetto a quelli attivi prima della riforma. il 13,33% in meno di quest’anno, di conseguenza, non basta“.
I tagli andranno effettuati quindi sui docenti, aumentati del 20% dal 2000 al 2008 e, per quelli di ruolo, aumentati , rispetto a quelli a contratto del 67% dal 2001 al 2008.