Di fronte a una protesta fatta di flash-mob e altre trovate originali, anche il ministro Gelmini sceglie uno strumento innovativo per comunicare il suo pensiero agli studenti in agitazione.
Sul suo canale Youtube spiega ai govani che la riforma serve ad aiutarli e non a danneggiarli e li invita a non farsi strumentalizzare da “baroni e centri sociali“.
Intanto, il rinvio alla prossima settimana dell’esame del suo disegno di legge non la lascia ovviamente tranquilla. Il 30 novembre arriverà il verdetto della Camera dei deputati.
Il ministro dell’Istruzione chiede al Parlamento toni più pacati e costruttivi e rivendica la necessità, per uscire a testa alta dalla crisi, di cambiare le regole dell’università e non solo di attribuirle più risorse.
Parole più dure invece sui baroni, che – spiega Gelmini – in maniera trasversale fanno giungere in Aula le loro pressioni per ottenere emendamenti di modifica del testo. Il ministro però precisa che finora le pressioni della “lobby dei baroni” non hanno trovato aperture tra i banchi delle Camere.
E chiarisce che, a suo avviso, la riforma ha proprio la funzione di rispondere ai vari casi di concorsi truccati, parentopoli e raccomandazioni introducendo meccanismi di trasparenza.
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