Lo afferma in un intervento sul quotidiano “La Repubblica” il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini che spiega come auspichi che la riforma dell’università “ora in cantiere, costituisca il primo e più importante banco di prova” di un desiderio nuovo di collaborazione tra maggioranza e opposizione su argomenti e questioni centrali “per il bene del paese”, scrive la Gelmini.
Secondo il ministro bisogna avere chiaro e netto che “quando parliamo di reclutamento, un sistema perfetto non esiste”, tuttavia è utile e necessario “evitare di ripetere gli errori del passato. Il sistema dell’abilitazione nazionale pone un filtro, mi auguro rigoroso, per l’accesso ai vari ruoli della docenza”.
Un concorso unico nazionale a numero chiuso? Risponde Gelmini: “Non dimentichiamo che un sistema analogo era in vigore fino al 1998 e aveva attratto critiche feroci – ricorda il ministro – questa modalità di reclutamento nega, infatti, la possibilità di valutare gli Atenei per la loro produzione scientifica”.
Come si possono valutare le università “che non sono libere di scegliere – si domanda Gelmini – i propri docenti? Una buona legge non può imporre una virtù”.