“I proventi dello scudo fiscale – ha spiegato la Gelmini – serviranno per tre priorità“. Una di queste è proprio l’università.
“Stiamo puntando alla riforma dell’università – ha spiegato Gelmini – perchè alla crisi si risponde non solo immettendo più risorse in un sistema che è guasto ma intervenendo sui problemi nevralgici“.
Secondo la responsabile del Miur tra fine ottobre e i primi di novembre sarà possibile presentare la riforma dell’università.
Questa riforma per Gelmini “punterà sul ricambio generazionale, sull’apertura ai giovani, sull’efficienza, sulla meritocrazia e su un utilizzo oculato delle risorse”.
Va tutto. La riforma, le valutazioni.
In un sistema tanto incancrenito come quello delle università italiane qualunque cambiamento non può che far bene. Perchè peggio di così non può andare.
Certo il Ministro, partito con grandi proclami, non ha fatto, o non gli stato permesso, l’unico cambiamento vero. Per quale ragione in mezzo a tanta meritocrazie rimane una assurda distinzione tra prof. associati ed ordinari?
La necessità, per alcuni vitale, di far carriera a tutti i costi porta e porterà sempre a storture incredibili.
Perchè non introdurre, ricetta semplice e benefica, un ruolo unico della docenza (e della decenza)?