Da giovedì 2 maggio 2024 secondo il Decreto Ministeriale n. 639, vengono definiti i nuovi Gruppi Scientifico-Disciplinari (GDS) nelle università italiane. Questa data rappresenta un’importante svolta per il mondo universitario italiano, che cambierà in molti aspetti la vita accademica dei docenti e della ricerca in Italia.
I GDS sono i Gruppi Scientifico-Disciplinari, una categoria che aggrega i rami delle discipline universitarie affini al tema scientifico. Tante facoltà, dottorati ed attività di ricerca si appoggiano a specifici GDS, secondo i quali vengono definite le discipline da intraprendere nei corsi di studi.
A seguito della riforma si semplifica il sistema riducendo il numero dei GDS da 322 a 190, creando un sistema più rapido e gestibile, diminuendo la burocrazia ed ottimizzando le risorse. In tal modo gli atenei avranno una elasticità maggiore nel definire i percorsi e programmi di laurea ed una più facile condivisione e collaborazione tra le discipline affini.
Con il nuovo decreto, quindi, si mira alla creazione di un ambiente di studio e lavorativo più accogliente promuovendo la diversità ed inclusione all’interno degli atenei. I nuovi GDS avranno impatto per i nuovi iscritti che cominceranno il loro percorso universitario nell’anno accademico 2024/2025.
Nuove opportunità per i docenti che fanno parte dei Gruppi Scientifico-Disciplinari
I docenti avranno maggiore possibilità di partecipare a bandi e concorsi, maggiore libertà nella definizione dei programmi di ricerca e la possibilità di collaborare a più gruppi se l’attività lo richiede. La riforma può aprire nuovi orizzonti per la carriera dei professori, favorendo la mobilità e instaurando più connessioni tra i GDS delle università italiane.
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Il decreto rappresenta un’occasione unica per i professori, i quali avranno la possibilità di ampliare la propria rete di contatti nell’ambito della ricerca, rendendo il lavoro più autonomo e con una maggior possibilità di scelta. Ampliando le ricerche e connessioni, si avrà anche un sistema universitario più moderno e competitivo.
Ma la riforma è ancora in corso di sviluppo e alcuni punti potrebbero essere modificati con il corso del tempo. I docenti son tenuti a rimanere aggiornati sui portali delle proprie università o sul quello del Ministero dell’Università e della Ricerca.