Il gatto? Non è (né sarà mai) un animale domestico
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Il gatto non è un animale domestico, ci sopporta solo perché gli garantiamo il cibo

da | Nov 2014 | News | 1 commento

Il gattoÈ un opportunista. Lungi dall’essere davvero affezionato al suo padrone, lo sopporta e basta. E, per di più, lo fa solo per interesse. La notizia potrebbe spezzare il cuore a tanti amanti dei felini convinti che le fusa del loro tenero animaletto e gli altri segnali di apparente attaccamento che il micio manifesta siano spontanei e sinceri. Nulla di più infondato, almeno stando a quanto sostiene una recente ricerca di un gruppo di genetisti dell’Università della California, che ha fatto tanto scalpore da arrivare fino alle pagine del New York Times.

Secondo la ricerca, per precisi motivi genetici, il gatto non è un animale domestico e mai lo diventerà. La presenza dell’uomo, quindi, per questo tipo di felini è solo un fastidio, tutt’al più un male necessario per avere la certezza di essere nutriti in modo adeguato e regolare. Insomma, se il cane è il miglior amico dell’uomo, il gatto è più simile a un conoscente ipocrita e approfittatore.

La spiegazione del fatto che, a differenza del cane, il gatto non sia un animale domestico – bensì solo parzialmente addomesticato – sarebbe da ricondurre alla differenza abissale che c’è tra il momento in cui i primi cani entrarono a far parte di nuclei familiari e quello in cui furono i piccoli felini ad avvicinarsi all’uomo. Se per i primi esistono resti fossili che ne testimoniano la presenza all’interno di comunità umane già 30mila anni fa, i secondi hanno scoperto i vantaggi della vita con gli esseri umani appena – si fa per dire – 9.500 anni fa. E, proprio per questo, il genoma dei gatti “domestici” e quello del gatto selvatico (il Felis silvestris) sono estremamente simili.

Da questa somiglianza si evincerebbe il perché un gatto “di casa” conservi ancora il proprio istinto per la caccia e abilità venatorie molto raffinate. Delle quali spesso fanno le spese uccellini, insetti, piccoli roditori e a volte perfino pesci rossi.

Siete delusi per aver scoperto che quello tra voi e il vostro gatto è un amore a senso unico? Consolatevi pensando che il micio ha pagato questo suo opportunismo in termini di intelligenza. Il fatto di essersi avvicinato all’uomo, in realtà, ha fatto sì che nel corso dell’evoluzione le dimensioni del suo cervello e la sua intelligenza si riducessero, così come la forza e la grandezza delle sue fauci. Questo perché, con la pappa assicurata, i piccoli felini non avevano più bisogno di pensare così tanto, né di avere un morso così potente.

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Saverio
Saverio
7 anni fa

Gatti odiosi.