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Francia, nuovo ministro dopo la riforma dell’università

da | Lug 2011 | News | 0 commenti

Mentre il sistema dell’istruzione superiore francese sta gradualmente adottando le misure previste dalla recente riforma, è stato nominato un nuovo ministro dell’Istruzione. Il 36enne Laurent Wauquiez, già ministro per gli Affari europei e dell’Occupazione giovanile, ha preso il posto dell’autrice della riforma accademica, Valérie Pécresse, autrice della riforma, che ora è passata al Bilancio.

In virtù delle nuove norme, fino ad ora quasi il 90% delle università del Paese ha il pieno controllo del proprio bilancio. Gli atenei possono ora degli immobili di loro proprietà, dare vita a fondazioni per procurarsi finanziamenti aggiuntivi, e sono incoraggiate a creare alleanze con altri istituti di istruzione superiore e di ricerca.

La fase di transizione al nuovo sistema sarà completata entro il 2012. La riforma introduce quattro importanti cambiamenti. In primo luogo, tutti i corsi di studio devono essere uniformati a 1.500 ore di insegnamento. In secondo luogo, l’università deve espandere e “personalizzare” i suoi programmi per soddisfare le esigenze del singolo studente e maggiore sostegno deve essere fornito a quelli in difficoltà. In terzo luogo, tutti gli studenti devono avere la possibilità di includere almeno un periodo di formazione professionale all’interno del loro corso universitario. Quarto, la riforma individua i principi per definire gli obiettivi e le competenze richieste ad ogni studente per acquisire il titolo.

Un’altra grande novità che ha preso vita sotto Pécresse è Opération Campus, un progetto di 5 miliardi di euro istituito per soddisfare l’ambizione di Sarkozy di creare almeno dieci centri di eccellenza nell’istruzione superiore e della ricerca, in modo da “qualificare” il sistema francese ed elevarlo al livello delle università più importanti del mondo. A seguito di questo programma si è generata ora una competizione tra gli istituti di istruzione superiore per essere inclusi nel “supercampus”. Alla fine soltanto una dozzina di atenei riuscirà ad accedere ai finanziamenti, che contribuiranno a innalzare il loro livello per renderlo competitivo in ambito internazionale.

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