Una fotopetizione con l’hashtag #giùlemanidagliappelli, per spiegare quanto e in quali modi lo sciopero dei docenti, che mette a rischio gli esami della sessione estiva 2018, danneggerebbe gli studenti. È l’iniziativa lanciata dall’Unione degli universitari (Udu) per tentare di bloccare la mobilitazione indetta dai professori. E non è l’unica. Anche alla luce dell’incertezza che aleggia sulla scena politica, l’Udu, ha inoltre chiesto alla Commissione di garanzia sugli scioperi di invitare i docenti a sospendere la protesta.
La fotopetizione: “Lo sciopero mi danneggia perché…”
Per scongiurare quello che l’Udu definisce “un danno inutile agli studenti”, l’associazione ha lanciato uno fotopetizione, invitando a inviare immagini all’indirizzo comunicazione@unionedegliuniversitari.it. Negli scatti gli studenti debbono mostrare un cartello nel quale indicare perché lo sciopero dei docenti li danneggerebbe.
In tanti hanno già risposto all’appello. “Lo sciopero mi danneggia perché stanno colpendo i miei pochissimi diritti”, si legge in uno degli scatti già pubblicati sulla pagina Facebook dell’Udu. In un altro, “[…] perché sono uno studente lavoratore e ogni appello per me è importante”. Uno studente sul proprio cartello ha, invece, scritto: “[…] perché rischia di farmi perdere la borsa di studio”.
La fotopetizione nasce anche con l’intento di far riflettere i docenti sull’opportunità di andare fino in fondo, attuando davvero il blocco degli esami che farà saltare uno degli appelli della sessione estiva 2018. L’Udu ha sottolineato come nell’attuale scenario politico la protesta rischi di trasformarsi in una rivendicazione priva di interlocutori. Al momento c’è solo un governo per l’ordinaria amministrazione e non è ancora chiaro quando ce ne sarà uno con pieni poteri che ne prenda il posto.
Chiesta sospensione alla Commissione di garanzia
Questa motivazione ha spinto l’Udu a non limitarsi al lancio della fotopetizione e a chiedere alla Commissione di garanzia sugli scioperi di attivarsi per ottenere una sospensione dello sciopero dei docenti. A due settimane dall’inizio della mobilitazione, i professori di fatto non hanno nessuno con cui negoziare. Perciò, pur ribadendo la vicinanza rispetto al merito delle rivendicazioni, il sindacato studentesco contesta con ancora maggior veemenza il metodo scelto per la protesta. La soppressione di un appello, sostiene l’Udu, è una punizione per gli studenti. La quale, oltre a essere ingiusta, adesso è praticamente inutile.
I docenti, tuttavia, non sembrano disposti a fare alcun passo indietro rispetto al blocco degli esami. In una lettera circolata in questi giorni tra gli aderenti alla protesta si legge: “A meno di eventi eclatanti, nei quali si deve sempre sperare ma che sono altamente improbabili, andremo allo sciopero senza esitazione. Il governo (quale che sia) avrà bisogno di una forte sollecitazione per muoversi e noi dobbiamo dargliela”. Che si arrivi a un esecutivo Lega-M5S o a un governo del Presidente, insomma, fa lo stesso: la mobilitazione partirà.