Secondo l’ultimo rapporto di Asfor, l’associazione italiana per la formazione manageriale, le corporate university di casa nostra non sembrano subire in maniera evidente gli effetti della crisi economica. In Italia sono circa una trentina le cosiddette “accademie di impresa“, organizzazioni aziendali dedicate alla formazione continua interna, che solitamente godono di un ampio margine di autonomia rispetto all’impresa sostenitrice.
Dopo una flessione nel 2008 e nel 2009, il 2010 ha segnato un’inversione di rotta. L’investimento delle imprese italiane nel settore della formazione manageriale è infatti rimasto invariato nel 42 per cento dei casi, addirittura in aumento per il 28,5 per cento.
Il ruolo principale di queste strutture para-accademiche, è quello di guidare il management e le risorse umane nello sviluppo dei talenti, offrendo risorse, servizi di alta formazione per i dipendenti ma anche per tutti i soggetti di interesse per il business di azienda, determinando maggiori livelli qualitativi nel personale.
In Italia il 2000 è stato l’anno che ha segnato una notevole crescita di questi percorsi formativi per manager, quadri o giovani particolarmente brillanti. Per le aziende che entrano nel settore delle corporate university o accademie d’impresa in realtà la formazione rappresenta solo una fase di un processo più ampio, finalizzato a gestire in chiave di evoluzione strategica e di integrazione le conoscenze e le capacità delle persone con le innovazioni tecnologiche, in modo da creare delle aree di “eccellenza” nell’impresa stessa e raggiungere determinati obiettivi di business.
Tra i casi che spiccano per grandi numeri quello della Mediolanum Corporate University, il cui risultato è stato un investimento di 36 milioni di euro per una struttura di 3.500 mq in grado di accogliere 370 persone in 17 diverse aule. Il che si è tradotto nella formazione per circa 6 mila persone impiegate nella banca e 18 ore di formazione per ogni dipendente.