Finalmente assegnati i fondi ministeriali per l’anno 2010 legati ai meriti degli atenei italiani. Uno stanziamento complessivo di 720 milioni di euro che, con grande ritardo rispetto alle previsioni, andrà a premiare la qualità della ricerca e della didattica nelle università pubbliche. Lo stanziamento più consistente è andato al Politecnico di Torino con 19.709.904 euro, il 16,6 per cento del finanziamento totale ricevuto dall’ateneo.
A seguire, l’Università Ca’ Foscari di Venezia con 10.019.938 euro e il 14,2 per cento dei fondi ricevuti, seguito da Trieste (13,9 per cento), Pavia (12,7) e Ferrara (12,6). Quasi tutti del Sud gli atenei collocati a fondo classifica, con Messina a chiudere l’elenco preceduta da Sassari e Palermo. Per evitare penalizzazioni eccessive, il ministero dell’Università ha stabilito che non si può perdere più del 5,5 per cento rispetto all’anno precedente, con conseguente assegnazione di un “bonus” di reintegro.
Anche al Sud, comunque, sono da registrare sgnali di miglioramento. Rispetto ai fondi del 2009, però, Foggia vede aumentare il premio del 50 per cento, Napoli Parthenope e Reggio Calabria del 30. L’Orientale di Napoli è invece il primo ateneo del Mezzogiorno nella classifica, al 18° posto, con un fondo premiale che ammonta all’11,2 per cento degli stanziamenti ricevuti.
Ma quali sono i criteri per assegnare questa quota di finanziamento? Il più rilevante è quello del successo delle attività di ricerca (assegna il 66 per cento dei 720 milioni), con l’attenzione rivolta ai migliori progetti di respiro nazionale, all’ottenimento di finanziamenti internazionali e ai migliori progetti di giovani ricercatori. Poi c’è il giudizio del Civr, il comitato di valutazione della ricerca, che però è fermo ai rilevamenti degli anni 2001-2003. Quest’anno il peso del giudizio di quest’organismo è stato ridimensionato, in attesa di un nuovo programma di rilevamento che ancora non si riesce a fa partire.
Altro criterio preso in considerazione (vale il 34 per cento degli stanziamenti) è quello della qualità della didattica, calcolata in base al numero degli studenti attivi e sul numero di crediti effettivamente ricevuto nel 2009. La classifica del merito non prende ancora in considerazione i criteri che avrebbero dato protagonismo alla componente studentesca nella valutazione della qualità espressa dall’ateneo. Non è ancora operativa, infatti, la valutazione sulla didattica espressa dagli studenti né si prende in considerazione il livello occupazionale dei neolaureati.
Gli incentivi sono stati introdotti dal decreto Gelmini del novembre 2008, e i 720 milioni del 2010 si aggiungono ai 520 del 2009. L’incremento del fondo per la competitività e il merito non ha però incrementato lo stanziamento complessivo ricevuto dei singoli atenei, nemmeno quelli più meritevoli. Il Politecnico di Torino, ad esempio, pur ricevendo la palma d’oro del merito, vede ridursi di 300 milioni i fondi complessivamente ricevuto dallo Stato.
Però Messina su uno degli indici più importanti per quel che riguarda gli studenti, cioè la percentuale dei ragazzi che trovano lavoro dopo i tre anni dal conseguimento dalla laurea si attesta ad una percentuale del 67% che non è male per essere al sud, anzi è una delle migliori del sud. Ciò significa che ha buoni corsi di laurea e non corsi strani che poi non trovano sbocco.Perchè ovviamente percentuali basse in questo indice dovrebbero mettere in discussione il ruolo stesso dell’ Università.Che serve laurearsi se dopo non si trova lavoro?