Un Italia spaccata in due, in cui i laureati residenti nelle regioni settentrionali hanno un tasso di occupazione di 17 punti percentuali superiore a quello dei meridionali, i quali sono più propensi a proseguire gli studi, scegliendo di iscriversi a un corso di laurea magistrale dopo averne concluso uno triennale. A dirlo è il focus università AlmaLaurea 2014 per Scuola24. Il rapporto, stilato dal consorzio interuniversitario per conto del quotidiano economico Il Sole 24 ORE, analizza la condizione lavorativa dei laureati di I e II livello, il tipo di contratto e la retribuzione degli occupati, e l’inclinazione a continuare gli studi dopo il primo triennio accademico.
Al Sud si iscrive a un corso di laurea di II livello il 59 per cento dei dottori triennali, mentre al Nord il dato scende al 51. A spingere i giovani del Mezzogiorno a conseguire un titolo di studio più elevato è la necessità di trovare lavoro. Al conseguimento della laurea di I livello, infatti, se tra i ragazzi del Settentrione 4 su 10 risultano occupati, tra quelli meridionali si scende al 28 per cento, segno che per questi ultimi vi sono difficoltà nel trovare un impiego durante gli anni dell’università. E, segnala il focus università AlmaLaurea 2014 per Scuola24, le cose non cambiano di molto a un anno dalla laurea: al Nord risultano occupati 49 dottori triennali su 100 e al Sud 32. In questo quadro, il Centro si posiziona a metà tra Nord e Sud, con un tasso di occupazione a un anno dalla laurea triennale pari al 43,5 per cento e 56 dottori di I livello su 100 che scelgono di proseguire gli studi.
Visto che l’ingresso nel mondo del lavoro è difficile, i ragazzi meridionali scelgono di posticiparlo nella speranza che la laurea magistrale porti con sé maggiori opportunità. E, in effetti, il focus università AlmaLaurea 2014 per Scuola24 mostra che il tasso di occupazione tra i dottori magistrali al Sud è più alto, arrivando al 45 per cento. Rimane, tuttavia, forte il divario con il Nord (63 per cento), che si accentua in particolare per i laureati nelle discipline economico-statistiche, agrarie, psicologiche e giuridiche, toccando il 20 per cento.
Per quanto riguarda il tipo di inquadramento degli occupati, il focus università AlmaLaurea 2014 per Scuola24 segnala che gli occupati con un contratto a tempo indeterminato al Nord sono il 55 per cento e al Sud il 45. I giovani laureati meridionali nel 28 per cento dei casi provano a rispondere alla crisi mettendosi in proprio, percentuale che scende al 19,5 tra quelli settentrionali. Lo squilibrio tra le due aree del Paese è molto evidente anche per quanto riguarda gli stipendi: un laureato del Mezzogiorno al mese guadagna mediamente il 20 per cento in meno (1.150 euro), rispetto a uno del Nord (1.385).