Leggiamo dalle cronache di alcuni quotidiani di un film hard in uscita girato da studenti universitari per sbarcare il lunario. La prossima uscita si intitola “Voglia di sesso nel Beneventano” e sarà presto nelle edicole della Campania. A girarlo la regista Lucrezia F., questo il suo nome d’arte, presentata come studentessa universitaria 29enne che per fare un po’ di soldi avrebbe deciso di girare film hard con la collaborazione di alcuni studenti universitari suoi colleghi.
Il segreto del successo dell’operazione starebbe proprio nell’aver girato i film nelle città della provincia italiana. Così, dopo le casalinghe del Tigullio, i pornoscambisti di Macerata e le voglie del comasco o di Lamezia Terme, la troupe è arrivata nel beneventano cercando di pubblicizzare l’ultima creatura di Lucrezia F, che promette di avere come protagoniste tre coppie di sposi che vivono nel beneventano, una delle quali avrebbe messo a disposizione l’abitazione come set per girare il film a luci rosse.
La formula a quanto pare è collaudata. Di rigore la mascherina sugli occhi per non farsi riconoscere e il gossip sulle insospettabili pulsioni della provincia italiana, cui non si sottrae nemmeno il beneventano, territorio pacifico quanto popolato di scambisti e affini.
La “giovane” regista, studentessa a Siena, avrebbe iniziato a dirigere pellicole a luci rosse per pagarsi gli studi, ma ora il business del film hard di provincia va bene e ha un contratto fino a fine anno, spiega la casa di produzione al Mattino di Napoli. Da una veloce ricerca on line vediamo che già a metà 2008, probabilmente all’esordio dietro la macchina da presa, in Valdelsa, Lucrezia veniva presentata come una ventinovenne studentessa in legge e amante della fotografia. Insomma per questa “giovane” regista gli anni non passano e continua e fare la studentessa fuori corso, almeno per i giornali degli ultimi giorni.
Quello che ci interessa in questa sede, però, non è tanto l’età di Lucrezia F., né il fatto che un gruppo di studenti universitari si metta a girare film hard. Alcune ricerche, in Italia e all’estero, ci hanno raccontato nell’ultimo anno che con la crisi economica globale sono tanti gli studenti che guardano al mercato del sesso (praticato o filmato che sia) per mantenersi agli studi, e più che giudicare queste condotte dovremmo capire come sia possibile che ci si arrivi quasi come ultima spiaggia per non rinunciare agli studi.
Detto questo, ci auguriamo che gli ideatori di questi film sui vizi privati della provincia italiana non utilizzino a fini pubblicitari la storia della studentessa spiantata che ha scelto di girare film hard per mancanza di alternative. Questa generazione ha il serio problema di non vedere davanti a sé una prospettiva sicura, ma raccontare che uno studente può “emergere” girando filmini amatoriali è davvero troppo.
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