I segreti per fare carriera? A svelarli è uno studio dell’Università di Washington. Una vera e propria ricetta per il successo nel lavoro, pubblicata sulla rivista di economia Harvard Business Review. E chi storce il naso pensando si tratti solo di speculazioni teoriche potrebbe essere costretto a ricredersi: a scoprire le chiavi per ottenere il massimo a livello professionale si è arrivati non solo attraverso un’analisi meticolosa frutto di ricerche, ma anche facendo dei sondaggi presso le più importanti aziende USA.
I lavoratori più apprezzati e che fanno più carriera? Quelli puntuali, e quelli che rispettano gerarchie e regole. Scordatevi la promozione che tanto vorreste se siete in perenne ritardo: i manager americani non hanno dubbi, precisione e disciplina attirano la fiducia, e vanno mantenute costanti nel tempo per garantirci i successi lavorativi che sogniamo. Perciò, sincronizzate l’orologio, puntate una sveglia in più se faticate ad alzarvi al mattino, prendete il tram prima se quello solito vi fa arrivare in azienda sempre sul filo del rasoio e talvolta oltre: la puntualità deve essere al primo posto.
Da mettere al bando, invece, atteggiamenti che denotino un eccesso di zelo o di protagonismo, verso cui i datori di lavoro mostrano non pochi sospetti. E da dimenticare anche l’orario flessibile. Senza scivolare, però, in una condotta passiva in ufficio. Secondo la ricetta del successo che emerge dallo studio dell’Università di Washington, se comprensibile nel primo approccio a una mansione nuova, essere poco propositivi è ovviamente interpretato come indice di scarsa propensione a emergere nel lavoro.
Meglio mostrarsi inseriti nel contesto lavorativo, con le sue regole e i ruoli, che puntare troppo su se stessi. Insomma, sul lavoro non funziona il binomio genio e sregolatezza, da relegare semmai alle partite a calcetto con gli amici: puntualità, disciplina e precisione sono le prime regole da rispettare se si vuole fare una buona impressione sul proprio capo e far carriera. Lo stereotipo del dipendente provetto sembra tutt’altro che uno stereotipo.