Si chiamano “spotted“ e se ne inizia a sentire parlare tanto anche in Italia: l’ultima tendenza di Facebook, già ampiamente affermatasi all’estero, è recentemente sbarcata anche nel nostro Paese. Cosa sono? Pagine in cui gli studenti di una stessa università lasciano messaggi anonimi.
Nata in America, la moda di creare su Facebook una pagina “spotted” (ossia, letteralmente, una “pagina di avvistamento”) relativa al proprio ateneo, alla propria facoltà o alla propria biblioteca di riferimento si sta diffondendo anche da noi, probabilmente grazie al successo della serie tv Gossip Girl e un po’ in ritardo, per la verità, rispetto al resto d’Europa.
L’origine delle pagine “spotted” risale al 2010, anno della nascita di FitFinder, sito creato da uno studente di informatica di Londra dedicato ai commenti tra amici sulle compagne di corso, e diffusosi poi fino a coinvolgere decine di atenei e migliaia di utenti, ma ben presto chiuso per violazione della privacy.
Ma come funzionano le pagine “spotted“? Studenti appartenenti a una stessa università o a uno stesso dipartimento si lasciano messaggi rimanendo anonimi. Neanche a dirlo, i messaggi più ricorrenti sono dichiarazioni d’amore per chi ha rubato il cuore a qualcuno in un corridoio o tra un appello di esame e l’altro, ma non mancano i contributi più pepati in particolare verso i compagni di corso fastidiosi, e le “denunce“, ovviamente anonime, di chi in biblioteca non rispetta il silenzio, e così via.
Come fare a sapere se la nostra università ha già una pagina “spotted“? Basta digitare nella stringa di ricerca di Facebook la parola “spotted” seguita dal nome dell’ateneo. Noi abbiamo dato un’occhiata e trovato quelle de La Sapienza, che al momento è quella italiana con più utenti, ma anche quelle dell’Università dell’Insubria, di Trento, di Bologna, del Politecnico di Milano, e altre – alcune per adesso con pochi iscritti, per la verità. Ma se nessuno ha ancora “avvistato” nessuno, potreste essere voi i primi!