Tecnologia condiziona evoluzione umanità: diventeremo cyborg?
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La tecnologia si evolve senza sosta. Ci aspetta un futuro da cyborg?

da | Feb 2014 | News | 0 commenti

In un futuro non troppo lontano, l’umanità come la conosciamo non esisterà più perché l’uomo, radicalmente trasformato dalla tecnologia, diverrà simile ai cyborg tanto cari alla fantascienza. L’ha spiegato nei giorni scorsi Giuseppe Longo, teorico dell’Informazione dell’Università di Trieste, nel corso di un convegno sull’origine dell’uomo organizzato a Roma dall’Accademia dei Lincei.

Quando pellicole come ‘Robocop’ o ‘Terminator’ uscirono nelle sale cinematografiche, i cyborg erano soltanto il prodotto delle fantasie di menti creative. Ma, con l’avanzamento rapidissimo della tecnologia, già oggi è possibile sostituire alcune parti di un essere umano con altre artificiali. Non solo le classiche protesi, ma interi arti e perfino veri e propri esoscheletri in grado di fare le veci dei tessuti muscolari, come ha dimostrato proprio in questi giorni un gruppo di ingegneri dell’Università del Texas. Non è impensabile, quindi, che in un futuro prossimo l’umanità si avvii a diventare molto diversa.

Ci attende quindi un futuro alla ‘Blade Runner’? Secondo Longo non è da escludersi, ma tutto dipenderà dalle decisioni che la scienza prenderà nei prossimi anni. La trasformazione dell’essere umano in cyborg pone interrogativi sul piano etico, tecnologico e biotecnologico, dalle risposte che si daranno a tali domande dipenderà il verificarsi o meno di questa radicale trasformazione.

Parallelamente all’evoluzione biologica, a decidere le sorti dell’uomo è anche l’evoluzione culturale e non si può ignorare che oggi giochi un ruolo sempre più determinante anche quella tecnologica. Per cui l’homo sapiens, oggi immerso in una tecnologia pervasiva, è diventato piuttosto un homo technologicus. Ma, spiega Longo, “se è vero che l’uomo costruisce gli strumenti, questi a loro volta agiscono sull’uomo, circondandolo, invadendolo e trasformandolo in un simbionte biotecnologico”.

Se è dal suo avvento che la tecnologia interagisce con l’uomo, è vero anche che negli ultimi 50 anni abbiamo assistito a progressi e cambiamenti che prima richiedevano centinaia o migliaia di anni per avere luogo. Cambiamenti che potrebbero segnare il futuro delle specie, fino a portare all’avvento dei cyborg, che sarebbe soltanto l’evoluzione di trasformazioni già in atto. La fusione sempre più totale tra uomo e macchina, continua Longo, sarà dettata da finalità specifiche: “per rimediare a malattie più o meno gravi, per combattere l’invecchiamento. In ultima analisi, addirittura la morte, ad esempio ipotizzando la fusione con le macchine, riversando la nostra personalità, il nostro cervello, i nostri ricordi nei calcolatori”.

Cosa deciderà se l’evoluzione dell’umanità sarà quella di trasformarsi in un popolo di cyborg oppure no, o perfino se essa sarà divisa in una categoria di ‘superuomini’ migliorati dalla tecnologia e in una di uomini normali? Le scelte di oggi, secondo Longo. Temi etici che si pongono come argomenti di scottante attualità, da non rimandare e da non eludere.

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