Venticinque anni e non li dimostra. Il programma Erasmus arriva a un quarto di secolo ma si mantiene giovane grazie al ricambio continuo di giovani che con entusiasmo affrontano esperienze di studio o di lavoro all’estero, per un totale di tre milioni di studenti che possono vantare di averlo fatto. “Cambia le vite e apre le menti” è lo sloga scelto per festeggiare il traguardo raggiunto dal programma europeo nato nel 1987 dalla commissaria europeo per l’Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, Androulla Vassiliou.
Vassiliou ha ribadito come l’Erasmus si sia confermato come una delle intuizioni più riuscite nell’ambito dell’Unione europea per il suo ruolo di occasione di scambio e crescita personale, che dà un forte contributo anche ai fini della ricerca di un’occupazione. La commissaria ha ricordato che ogni anno le domande di partecipazione superano di gran lunga i posti disponibili, sottolineando l’impegno della Commissione per potenziare gli scambi e le disponibilità con il nuovo programma “Erasmus for all” (con circa 3 miliardi di euro per 2007-2013), ma anche nei confronti di giovani extra Ue tramite il programma Erasmus Mundus.
L’impatto “enorme” dell’Erasmus anche per l’economia europea è stato rimarcato dal presidente della Commissione Josè Manuel Durao Barroso, il quale ha sottolineato come il programma dia fiducia ai giovani e spesso anche quelle competenze necessarie ad affrontare il mondo del lavoro in Paesi esteri anziché “restare intrappolati nella dimensione geografica del lavoro”. Basti pensare che nel solo anno accademico 2011/2012, più di 250.000 studenti hanno beneficiato del programma Erasmus. Tra i paesi più gettonati la Spagna, la Francia, il Regno Unito, la Germania e l’Italia, mentre i paesi che inviano il maggior numero di studenti all’estero dovrebbero essere la Spagna, la Francia, la Germania, l’Italia e la Polonia.
L’obiettivo europeo è ora di arrivare a 5 milioni di persone che possano dire “ho fatto l’Erasmus” ma la decisione finale sarà degli Stati membri che dovranno decidere l’entità dei fondi post-2013. Nel frattempo gli “ambasciatori Erasmus” di 33 Paesi, persone che grazie al programma Ue hanno potuto raggiungere importanti traguardi personali e professionali, gireranno l’Europa per festeggiare il 25esimo anniversario e il 9 maggio a Copenaghen ci sarà una conferenza per celebrare il compleanno e presentare il “Manifesto di Erasmus” con una proiezione sui possibili sviluppi del programma.
Anche il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha dedicato una riflessione ai 25 anni dell’Erasmus – che secondo molti conta più di un 110 e lode nel curriculum – evidenziandone i meriti. “Un’opportunità di crescita e miglioramento per le nostre istituzioni universitarie” l’ha definita il ministro, che in tema di internazionalizzazione ha una forte esperienza maturata alla guida del Politecnico di Torino. “I vantaggi – ha concluso – si vedranno nell’arco di pochissimi anni”, con giovani poliglotti e “multiculturali” che “saranno il vero cemento dell’Unione Europea”.
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