Approvato dalla commissione Finanze della Camera un emendamento per cancellare la tassa sulle borse di studio degli specializzandi, introdotta lo scorso marzo in Senato e negli ultimi giorni oggetto di proteste in tutta Italia. Nonostante ciò i borsisti frenano gli entusiasmi e non arrestano la propria contestazione, in attesa che il provvedimento non rimanga solo sulla carta, ma sia realmente messo in atto.
Ciò per cui gli specializzandi protestano è la tassazione Irpef sulle borse di studio, che prevede un prelievo del 20 per cento per le somme eccedenti gli 11 mila e 5oo euro l’anno. Una misura introdotta dal decreto legge sulla semplificazione fiscale, che in poche parole equipara i redditi derivanti dalle borse di studio a quelli da lavoro dipendente. Lo stop alla norma, tramite l’approvazione all’unanimità di un emendamento volto a cancellare la tanto contestata tassazione, è giunto proprio al culmine della protesta.
La novità introdotta lo scorso mese dal decreto fiscale, se riproposta, metterebbe a rischio il reddito di circa 25 mila medici in formazione, oltre a quello dei dottorandi di tutte le facoltà. La Federspecializzandi, l’associazione più rappresentativa dei camici bianchi, ritiene tale tassa per niente accettabile, poiché “il compenso economico del medico non strutturato subirebbe una botta insostenibile”. Per il Segretariato italiano giovani medici (Sigm) è “l’ennesima ingiustizia ai danni della categoria”, che va a sommarsi a tanti altri problemi.
Scioperi e cortei si sono registrati negli ultimi giorni un po’ in tutte le città, sia al Nord che nel Meridione. In segno di protesta, è stata avviata pure la sospensione delle attività nei policlinici. Sulla questione si sono espressi associazioni di categoria e diversi esponenti politici. Inoltre, una lettera di protesta è stata inviata dalle organizzazioni in agitazione al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per fare presente che la tassazione andrebbe a “colpire direttamente i giovani che quotidianamente contribuiscono alla crescita del nostro Paese”.
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