emendamenti ddl riforma università
Ricerca, finanziamenti, governance, diritto allo studio. Sono questi i fronti su cui si stringe il
dibattito sul ddl di riforma del sistema universitario al Senato, dove da martedì è stata riaperta l’attività della Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali.
Dal 16 marzo è in corso infatti la discussione sugli
emendamenti presentati a partire dal 2 marzo scorso, quando alla fine dell’ultima seduta era stato dato il via alle proposte di modifica al disegno di legge.
Dopo l’
audizione del ministro Gelmini sul ddl di riforma dell’Università, sono arrivati in Senato circa
800 emendamenti agli articoli del disegno di legge presentati da senatori del PD e del Pdl che compongono la commissione parlamentare, e che negli ultimi giorni hanno affrontato insieme un confronto
bipartisan sulla riforma.
Al centro degli emendamenti presentati dai
senatori del Pdl c’è sopratutto la necessità di ridefinire le linee della
governance universitaria, in relazione ai margini di autonomia degli atenei, in alcuni punti del ddl eccessivamente ristretti da quello che è stato definito – sia a destra che a sinistra – come un approccio “centralista” e “dirigista”.
Recuperare la
ricerca tra le finalità primarie dell’università, reperire le
risorse necessarie a sopperire ai tagli al Fondo di finanziamento ordinario degli atenei, diminuire il centralismo del Governo, realizzare politiche concrete per il
diritto allo studio, le esigenze al centro degli emendamenti dell’
opposizione.
Marco Meloni, responsabile Università e Ricerca nella segreteria nazionale del PD, ha voluto anticipare che nei prossimi mesi gli emendamenti dell’opposizione saranno discussi con studenti e ricercatori
nelle aule universitarie, per estendere il dibattito ai diretti interessati.
Sul sito internet del Senato, è possibile visionare l’elenco completo degli
emendamenti presentati al ddl di riforma dell’università.