Elezioni politiche, ventimila studenti in Erasmus esclusi dal voto
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Esclusi dal voto del 24 e 25 febbraio ventimila studenti in Erasmus all’estero. La loro protesta sul web

da | Gen 2013 | News | 0 commenti

A causa dell’impossibilità di votare dal Paese in cui si trovano, alle prossime elezioni politiche centinaia di studenti all’estero in Erasmus rischiano di essere esclusi dalle votazioni, a meno che non si organizzino a proprie spese per ritornare a casa. “L’ennesima ferita alla nostra democrazia”, si legge nella pagina Facebook, che in questi giorni è stata aperta, per dare libero sfogo alla frustrazione e alla rabbia dei giovani che non potranno esercitare il proprio diritto di voto.

Secondo le leggi in vigore, infatti, al voto per corrispondenza possono ricorrere solo alcune tra le categorie di soggetti temporaneamente all’estero per svolgere il proprio lavoro: gli appartenenti alle forze armate e alle forze di polizia, i dipendenti di amministrazioni dello Stato, di regioni o di province autonome, i professori e i ricercatori universitari. Rimangono esclusi da questa possibilità, invece, gli studenti che al momento delle elezioni si trovano in qualche Paese d’Europa a fare la propria esperienza Erasmus. Questi “potranno votare esclusivamente recandosi in Italia presso le sezioni istituite nel proprio comune di iscrizione nelle liste elettorali”. Non tutti, però, possono permettersi il viaggio per tornare a casa e, quindi, la maggior parte finirà per rinunciare a tale diritto.

Un voto che rischia di saltare per ventimila studenti, secondo le stime dell’ultimo rapporto annuale sulla mobilità Erasmus da parte dei ragazzi italiani. Non essendo inseriti nelle categorie protette prima citate e non potendosi iscrivere all’Anagrafe italiana residenti all’estero (Aire), perché soluzione possibile solo per chi è residente all’estero da più di dodici mesi (cosa che non avviene negli scambi di studio europei), gli “esclusi” pensavano comunque di poter votare alle prossime elezioni per corrispondenza. Invece, le cose non stanno così: l’Italia è uno dei pochi Paesi rimasti a non ricorrere a quest’eventualità per chi studia temporaneamente in territori stranieri.

Immediata la reazione degli studenti, che si sentono “derubati” del diritto di esercitare il proprio voto: “Il sentimento che prevale è – spiega Valentina, studentessa trentina in Erasmus a Bath (Regno Unito) e creatrice della pagina Facebook pensata per l’occasione – un forte senso di ingiustizia, come se un diritto fondamentale ci fosse stato strappato dalle mani, con prepotenza”. L’intento è scuotere quanto più possibile l’opinione pubblica e le istituzioni, tramite il passaparola. La pagina conta già migliaia di utenti, mentre da poco è stata lanciata anche una petizione on line, in cui si chiede al ministro degli Esteri, Giulio Terzi, di rivedere la questione.

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