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Ad essere colpiti dalla
crisi economica sono soprattutto i
giovani. A dirlo oggi il Governatore della Banca d’Italia, Mario
Draghi, che come ogni anno ha presentato la relazione annuale a Palazzo Kock, a Roma. La crisi degli ultimi due anni, infatti, ha moltiplicato la difficoltà dei giovani tra i 20 e i 34 anni ad accedere al mercato del lavoro.
In questa fascia d’età, ha spiegato Draghi, il tasso di
disoccupazione è arrivato al 13 per cento nel 2009. Un fenomeno che ha visto un incremento rispetto all’anno precedente – il 2008 – con una riduzione degli occupati tra i giovani che è stata pari circa a sette volte quella riscontrata nelle fasce anziane.
Dopo il quadro emerso dall’ultimo
rapporto Almalaurea sull’occupazione dei laureati, che ha spiegato al dettaglio in che modo i giovani laureati italiani stanno pagando il prezzo della crisi, soprattutto in termini di occupazione e ingresso nel mercato del lavoro; e dopo che anche il
rapporto Istat sulla situazione del Paese ha messo in luce il peso della crisi sui giovani, nonostante la laurea, insomma, le parole di Draghi suonano sicuramente come già sentite.
La colpa principale, ha spiegato il Governatore della Banca d’Italia, è stata dei
contratti atipici e della contrazione del 20 per cento delle
assunzioni. Entrambi fenomeni che stanno contribuendo all’aumentare del divario tra condizioni lavorative tra padri e figli.
Per questo, ha spiegato ancora Draghi, urge una
riforma del mercato del lavoro, che sostenga i giovani, altrimenti impossibilitati a “far fronte agli oneri crescenti di una popolazione che invecchia”.