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Occhio al multitasking tecnologico: i dispositivi digitali riducono la materia grigia

da | Feb 2015 | News | 0 commenti

Attenzione al multitasking tecnologico: i dispositivi digitali, specie se usati contemporaneamente, riducono la materia grigia. A lanciare l’allarme è uno studio dell’University College di Londra, recentemente pubblicato sulle pagine della prestigiosa rivista scientifica PlosOne. Kep Kee Loh e Ryota Kanai, i due studiosi che hanno firmato la ricerca, sostengono che abitualmente usando più dispositivi contemporaneamente sono soggetti a modifiche irreversibili del proprio cervello.

Sembra proprio che l’utilizzo contestuale di dispositivi come tablet, smartphone e computer non faccia affatto bene al nostro cervello, almeno stando a quanto Loh e Kanai hanno osservato effettuando dei test su 75 adulti con un età media di 25 anni. Dopo saver sottoposto i volontari a un questionario relativo alle proprie abitudini di utilizzo di carta stampata, televisione, video in streaming, musica, sms, telefonate vocali, instant messaging, e-mail e app, 40 di loro sono stati quindi sottoposti a risonanza magnetica funzionale. Attraverso questo esame si è osservato che le persone avvezze al multitasking tecnologico avevano una più bassa densità di materia grigia nella corteccia cingolata anteriore, la zona cerebrale che controlla le funzionalità emotive e cognitive.

Dobbiamo preoccuparci per questa diminuzione di materia grigia? No ci sono ancora sufficienti dati per dirlo. Ad ogni modo, Loh rivendica l’importanza del proprio lavoro, sottolineando che è il primo “a collegare il comportamento multitasking alla struttura fisica del cervello”, portando l’attenzione su un comportamento che è “sempre più diffuso e c’è una preoccupazione crescente per le possibili conseguenze sul benessere emotivo“. Infatti, i ricercatori britannici ipotizzano che “gli individui con una più bassa densità di materia grigia nella corteccia cingolata anteriore siano maggiormente portati a comportamenti multitasking a causa di una debolezza strutturale del loro cervello, che non riesce a controllare pienamente le emozioni”, spiega Loh.

Una preoccupazione fondata, se si pensa che già un altro studio – pur senza osservare la riduzione della materia grigia – aveva evidenziato una correlazione tra il multitasking tecnologico e stati d’ansia e depressione. Ulteriori ricerche in merito sono quindi necessarie e, vista la diffusione dei dispositivi digitali, c’è da scommettere che non mancheranno.

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