Per il test d’ammissione a Medicina 2015 si preannuncia una riduzione dei posti disponibili. L’indiscrezione – finora non smentita – che circola è che quest’anno saranno banditi circa mille posti in meno rispetto al precedente, per cui tra il corso di laurea in Medicina e Chirurgia e quello in Odontoiatria e Protesi dentaria i nuovi immatricolati per l’anno accademico 2015-2016 dovrebbero aggirarsi intorno ai 9mila.
Dopo mesi di incertezza rispetto ai numeri, la notizia che sta rimbalzando tra i vari media e che ha già messo in allarme le associazioni studentesche è che i posti disponibili per il test d’ammissione a Medicina 2015 saranno 9.146. Una cifra più bassa rispetto al 2014 anche a causa delle massicce riammissioni decretate dai tribunali per l’affaire del plico scomparso l’anno scorso a Bari. La diminuzione potrebbe rispondere anche all’allarme lanciato dagli ordini dei medici rispetto al pericolo che tra 10 anni almeno 25mila camici bianchi vadano a ingrossare le file dell’esercito dei senza lavoro.
La decisione di ridurre i posti disponibili per il test d’ammissione a Medicina 2015 è giudicata “totalmente arbitraria” e “autoritaria” da Alberto Campailla, portavoce di LINK-Coordinamento Universitario, in quanto “manca ad oggi una seria previsione del fabbisogno di personale medico per i prossimi anni” e “non vi è stato alcun confronto su questo argomento con gli organismi di rappresentanza studentesca o le associazioni di categoria”.
Per Gianluca Succimarra, coordinatore dell’Unione degli universitari (UDU), se davvero i posti a disposizione per il test d’ammissione a Medicina 2015 verranno abbassati “ancora una volta il ministero dimostrerà la sua incapacità nel gestire il caos causato della scomparsa del plico di Bari che ha permesso a migliaia di studenti ad essere ammessi in sovrannumero”.
Contro la riduzione del numero di posti disponibili per il test d’ammissione a Medicina 2015 si scagliano anche le associazioni degli studenti delle superiori. Danilo Lampis, coordinatore dell’Unione degli studenti parla di “provvedimento gravissimo poiché, oltre a rendere ancora più difficile per gli aspiranti medici l’ingresso ai corsi di Medicina, aumentando ancora di più la competizione sfrenata che è insita nel meccanismo del test d’ingresso, rischia di ripercuotersi tra alcuni anni sulla qualità e la capillarità del Sistema sanitario nazionale”.