Università di Liverpool: "Le differenze tra i popoli? Anche genetiche"
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Università di Liverpool: “Le differenze tra i popoli? Sono anche genetiche”

da | Apr 2014 | News | 0 commenti

Popoli diversi, cervelli diversi. Le differenze tra gruppi etnici non sarebbero solo legate a fattori socio-culturali, ma in parte dovute anche alla genetica. A sostenerlo è una ricerca dell’Università di Liverpool, ora pubblicata sulla prestigiosa rivista Plos One, che smentisce il primato della cultura nel generare le diversità di pensiero e comportamento. Bisogna quindi ripensare le neuroscienze?

Secondo i ricercatori dell’Università di Liverpool, i processi cognitivi sarebbero diversi da popolo a popolo. E non soltanto per l’influenza di cultura e società, ma per fattori squisitamente genetici. La scoperta è avvenuta studiando le reazioni agli stimoli visivi, attraverso i velocissimi movimenti dell’occhio noti come “saccadi”, di soggetti di diversa provenienza etnica. Tre i gruppi di studenti esaminati: settanta cinesi nati e vissuti in Cina, quarantacinque studenti di origine cinese ma cresciuti in Inghilterra e settanta europei caucasici. I risultati sono stati sorprendenti: gli studiosi hanno registrato movimenti dell’occhio rapidissimi nei cinesi, indipendente dal Paese in cui sono cresciuti, molto più frequenti rispetto a quelli degli europei.

“Molti scienziati pensano che i movimenti dell’occhio si sviluppino per motivi culturali: in base al posto dove si vive, ai libri che si leggono, all’influenza di famiglia e società. La nostra ricerca mostra che, almeno per le saccadi, non è così” ha spiegato il neurofisiologo a capo del team dei ricercatori di Liverpool, Paul Knox. “Ci sono ragioni più profonde, legate forse alla genetica: esaminare le saccadi di popoli diversi rivela molte cose dei meccanismi basilari del cervello e del modo in cui pensiamo”.

Ciò significa che le neuroscienze sono da ripensare? Forse sì, considerando che “l’80 per cento degli studi in questo campo si svolge su persone di Paesi occidentali, ricchi e industrializzati”, ha continuato Knox. Se studi successivi confermeranno i risultati e l’esistenza di vere e proprie differenze fra popoli di natura genetica, e non solo socio-culturale, si potrebbero anche indagare le modalità con cui “il cervello di persone con provenienze diverse reagisce a incidenti e malattie”.

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