Il decreto 180 sulle università sarà votato alla Camera oggi 7 Gennaio, mentre il voto finale è atteso per giovedì. Il governo ha anche posto la questione di fiducia sul decreto.
Il provvedimento, che ricordiamo essere già stato approvato al Senato lo scorso 28 Novembre, deve essere convertito in legge entro il 9 Gennaio.
Dopo la discussione in assemblea, conclusa qualche settimana prima di Natale, l’iter procedurale, iniziato a seguito dell’emanazione della legge 133, aveva subito un rallentamento causato dall’urgenza di convertire in legge altri decreti oltre che dall’approvazione della legge finanziaria.
Data l’imminenza del termine ultimo per la conversione del decreto, l’esecutivo ha chiesto la nona fiducia dall’inizio della legislatura sull’approvazione senza emendamenti, né articoli aggiuntivi dell’articolo unico che è stato licenziato dalla Commissione Cultura, identico al testo approvato in Senato.
In particolare, la conferenza dei capigruppo ha deciso che il voto sulla fiducia si svolgerà a partire da mercoledì alle ore 16, mentre a partire dalle 17 è previsto l’inizio della “chiamata” dei deputati, necessaria ogni qual volta si pone la fiducia, ed infine giovedì 8 è previsto, con diretta televisiva, nel primo pomeriggio, intorno alle ore 13, il voto finale del provvedimento.
Tra le principali novità previste dal decreto ricordiamo: l’introduzione di criteri scientifici meritocratici per la carriera universitaria, il blocco delle assunzioni e dei finanziamenti per le università con bilanci in rosso, nuove regole per la composizione delle commissioni per i concorsi dei docenti e dei ricercatori e la possibilità di assumere direttamente, attraverso chiamata diretta e, quindi, senza concorso, studiosi di chiara fama o stabilmente impegnati all’estero.
Il Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, in attesa del voto definitivo del decreto alla Camera, sottolinea l’importanza del provvedimento:
assolutamente utile e necessario – rappresenta un passo in avanti nella direzione della meritocrazia, con una distinzione tra le università virtuose e non. Agevola un ricambio generazionale con l’assunzione di nuovi ricercatori, introduce più trasparenza nei concorsi.